Uno studente di 16 anni, quindi minorenne, è stato perquisito dai Carabinieri a scuola, davanti ai suoi compagni di classe, in assenza dei propri genitori. Il fatto è stato denunciato dal dirigente scolastico, che crede si sia trattato di un evento da condannare.
I docenti si sono opposti
Tutto è avvenuto, come riporta Il Corriere Fiorentino, in una scuola di Firenze. Qui tre carabinieri si sarebbero presentati e avrebbero chiesto di un ragazzo e di una ragazza. “Hanno chiesto alla vicepresidenza di questi giovani dicendo di esser stati inviati dalla magistratura — il racconto del dirigente — Naturalmente i professori si sono opposti spiegando che la procedura non era corretta e che avrebbero prima dovuto chiamare i genitori dei ragazzi, trattandosi di minori”.
A quanto pare la scuola ha chiamato i genitori, ma tutto sarebbe successo senza attendere prima il loro arrivo. Il ragazzo è stato perquisito in corridoio e poi portato in caserma. “Negli stessi minuti — racconta l’avvocato del giovane — il sedicenne è stato fatto uscire dalla classe e con la porta aperta, davanti a tutti, è stato perquisito nel corridoio. E poiché i tutori del ragazzo non sono stati trovati al telefono, i carabinieri lo hanno prelevato e portato in caserma”.
In pochi minuti si è diffusa la convinzione tra i ragazzi che i due compagni fossero stati arrestati. E subito dopo la notizia ha fatto il giro delle scuole fiorentine. Ma perché la perquisizione ha avuto luogo? Le forze dell’ordine, a quanto pare, cercavano cannabis: nelle zone vicino la scuola sembra siano avvenuti diversi episodi di spaccio.
La famiglia del ragazzo non ci sta
Al di là della colpevolezza o dell’innocenza del ragazzo, resta controverso il modus operandi dei Carabinieri. La famiglia del ragazzo ha già contattato un legale, l’avvocato Giuseppe Nicolosi, per preparare un esposto. “Ritengo che si possa configurare l’interruzione di pubblico servizio e un abuso di potere — spiega quest’ultimo — ma sarà la Procura a valutare. La nostra intenzione è di inoltrare l’esposto anche alla Procura militare, visto il comportamento dei carabinieri”.
Dal canto suo il dirigente scolastico ha convocato un’assemblea pubblica con i suoi allievi per parlare dell’accaduto. “Qui non stiamo parlando di comportamenti, anche sbagliati, che potrebbe aver avuto questo sedicenne ma di una situazione che non dovrebbe mai verificarsi. Voglio fare un plauso a questo giovane, che è rientrato nei giorni seguenti in classe dovendo spiegare ai compagni quello che era accaduto, nonostante l’umiliazione subita. Quello che è accaduto è agghiacciante è stata una violenza intollerabile”, ha concluso il preside.