L’8 marzo, in gran parte del mondo, si celebra la Festa della donna: una giornata internazionale organizzata per porre l’attenzione alla lotta del mondo femminile sulla parità di diritti, istituita nel 1977 come data comune della ricorrenza in tutti i Paesi.
Il simbolo è la mimosa che fu scelta dall’Udi, Unione delle donne italiane, come emblema della festa della donna. La pianta, infatti, fiorisce proprio intorno alla fine di febbraio e agli inizi di marzo, è molto profumata e il fiore, composto da tanti pallini gialli uniti, rappresenta la vicinanza e la solidarietà tra le donne.
Molti tuttavia sostengono che la parità si difende ogni giorno e stabilire una giornata della donna è forse pure discriminante visto che non c’è una dedicata agli uomini. Pareri vari e puti di vista variegati che però non tolgono importanza a una giornata come l’8 marzo.
Intanto, come si legge sul Messaggero, l’impresa, il diritto alla salute e ai diritti sociali si interrogano sull’evento.
Sostiene Confartigianato: “L’impresa e il lavoro non sono una questione di genere. E’ tempo di sostenere il talento delle donne con una visione complessiva di rilancio economico e sociale. Non accontentiamoci delle quote rosa, che non sono la formula magica per risolvere il problema della parità di genere, degli interventi una tantum e di effimere corsie preferenziali. Il futuro dell’Italia dipende da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutti, donne e uomini, i servizi pubblici indispensabili per conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Lo sviluppo del nostro Paese è responsabilità di tutti. Donne Impresa Confartigianato continuerà a battersi per definire un contesto normativo e culturale che consenta alle imprese femminili a valore artigiano di esprimere al meglio i propri valori e potenzialità, di creare occupazione, generare innovazione, contribuire alla crescita economica e sociale”.
Lo studio legale “studiodonne onlus” ha invece lanciato un’iniziativa per supportare sia le donne vittime di violenza assistita che gli autori di violenza in un percorso di cura e recupero. Sul sito web studiodonneonlus.com gli uomini autori di violenza possono accedere a una chat anonima dove possono raccontare la loro storia e accedere al gruppo di recupero, che segue il metodo dei 12 passi. L’obiettivo è aiutare gli autori di violenza a prendere coscienza del loro problema e a intraprendere un percorso comportamentale adeguato. Lo studio lavora anche per prevenire e informare sul fenomeno della violenza di genere, convinto che l’inasprimento delle pene non sia l’unica soluzione. Lo studio cerca di prevenire la recidiva dei detenuti artefici di violenza, offrendo loro un percorso di supporto simile a quello previsto per i tossicodipendenti. Lo scopo è di aiutare i detenuti a prendere consapevolezza delle proprie azioni e di ricostruirsi una vita fuori dal carcere.
La salute delle donne
Prendersi cura del seno è una sana abitudine: tra le patologie che riguardano esclusivamente il sesso femminile, una delle più frequenti è sicuramente il tumore al seno, che in Italia ogni anno colpisce una donna su dieci. È importante allora che le donne si prendano sempre cura della propria salute.
Dai venti anni in poi, è importante effettuare controlli periodici come visita senologica, ecografia e mammografia, senza mai dimenticare di effettuare mensilmente una corretta autopalpazione.
Prendersi cura del proprio seno è una responsabilità che ogni donna deve acquisire per se stessa.
Ma tante donne stanno pure rendendo sempre più grande l’Accademia degli Artigiani: una scuola nuova di mestieri antichi. In breve, una scuola di arte e artigianato. Una squadra, che porta avanti ben dieci corsi professionalizzanti, vanta al suo interno una sempre più nutrita componente femminile.