Sono ancora in corso le indagini per stabilire chi ha responsabilità nella morte di Giuliano De Seta, lo studente 18enne che purtroppo ha perso la vita lo scorso anno durante uno stage di alternanza scuola-lavoro alla Bc Service di Noventa di Piave.
Come riporta Il Corriere del Veneto, gli indagati restano quattro, questa l’indicazione che venerdì pomeriggio è arrivata dal perito Franco Curtarello: l’amministratore unico della società, il 39enne Luca Brugnerotto, il tecnico che ha compilato il documento di valutazione dei rischi (Dvr) dell’impresa Sandro Borin, il tutor scolastico Attilio Sguerzi e Anna Maria Zago, la preside dell’Itis Leonardo Da Vinci di Portogruaro, scuola dove studiava il ragazzo.
Chi ha attivato il carroponte?
Ora spetterà al pm Antonia Sartori stabilire se chiedere il rinvio a giudizio dei quattro, motivo per cui il magistrato ha chiesto (e ottenuto dal giudice) una proroga di sei mesi. Il perito non ha chiarito chi abbia attivato il carroponte che ha urtato la lastra che ha schiacciato il giovane: sul posto erano presenti solo due persone, De Seta e un operaio, “ma non è possibile affermare con ragionevole certezza chi tra i due lo stesse usando”, scrive Curtarello.
Questo aggiunge che “De Seta avrebbe potuto azionare il telecomando eventualmente anche con un’azione accidentale». Ma d’altra parte afferma pure che per l’attività di avvitamento dei bulloni – quello che stava facendo lo studente, che era accovacciato sotto la lastra – “non vi era la necessità di utilizzo del carroponte”.
La famiglia sottolinea che però mai si è parlato di concorso di colpa nelle accuse e ora chiede chiarezza. “La speranza dei genitori è che si arrivi velocemente al processo per accertare le responsabilità”, dice l’avvocato Luca Sprezzola.
Responsabilità minore per la preside?
Nell’udienza si è parlato molto della posizione della preside, su cui lo stesso perito ha fatto dei distinguo rispetto alle altre tre, non contestando una causalità diretta nella morte di Giuliano, ma solo il mancato aggiornamento del Dvr scolastico e di non aver controllato quello dell’azienda.
“Una posizione che ci porta ad auspicare che alla mia cliente non sia contestato il reato di omicidio colposo – spiega l’avvocato Novelio Furin – ma solo violazioni di sicurezza su cui ci difenderemo: siamo infatti convinti che non poteva essere la scuola a valutare il rischio dell’uso di un carroponte”.