I papà hanno utilizzato i congedi di paternità in 10 anni per oltre il 38%; ma non solo, sono pure aumentate le dimissioni volontarie tra i padriper curare i figli.
Save the Children Italia fa il punto della situazione in occasione della Festa del Papà e fa presente pure che la società italiana cambia, nonostante
la cura dei figli rimanga ancora appannaggio prevalentemente femminile, ma i padri hanno iniziato ad assumere un nuovo ruolo in famiglia.
Secondo infatti i rilievi effettuati da Save the children, nel 2021, 155 mila neopapà hanno usufruito del congedo di 10 giorni, mentre tra il 2020 e il 2021 aumentano i padri che si dimettono per difficoltà a conciliare il lavoro con la cura del bambino/a, per ragioni legate ai servizi di cura (+43,9%) o all’organizzazione del lavoro in azienda (+66,2%).
Nel 2012, all’introduzione del concedo di paternità, era previsto un solo giorno obbligatorio e due facoltativi, mentre oggigarantisce 10 giorni obbligatori e uno facoltativo ai neopapà ed è fruibile tra i due mesi precedenti e i 5 successivi al parto.
Il tasso di utilizzo del congedo di paternità presenta un trend di crescita, passando dal 19,23% del 2013 al 48,53% del 2018 e attestandosi al 57,60% nel 2021.
I padri che hanno chiesto il congedo di paternità nel 2021 sono stati 155.845, su un totale di 400 mila nascite.
Si tratta di un trend che non potrà che essere positivo anche nei prossimi anni – spiega Save The Children – se si considera che questo tipo di congedo esclude i lavoratori autonomi e parasubordinati, e che fino all’agosto del 2022 mancavano i decreti attuativi che avrebbero permesso la sua fruizione anche ai padri lavoratori del settore pubblico.
Ad usufruirne di più sonoi padri che lavorano in imprese più grandi, con contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno. A parità di caratteristiche individuali e sociali, c’è’ poi una differenza di circa 17 punti percentuali a favore di chi risiede al Nord del Paese rispetto a chi vive al Sud.
Sta aumentando anche il numero di padri che usufruiscono dei congedi parentali facoltativi, mentre le dimissioni e risoluzioni contrattuali consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, su un totale di 52.436 convalide, 37.662 (71,8%) si riferiscono a donne, ma cresce il numero di quelle maschili, 14.774 (28,2%). Uno scenario diverso da quello di soli 10 anni fa, quando quelle degli uomini riguardavano appena il 2,9% del totale.
Save the Children sottolinea che tra il 2020 e il 2021 c’è stato un aumento del 43,9% dei padri che dichiarano difficoltà a conciliare il lavoro con la cura del bambino/a per ragioni legate ai servizi di cura (es. mancanza di parenti di supporto) – contro un aumento dell’8,4% per le madri – e del 66,2% di padri che dichiarano difficoltà a conciliare il lavoro con la cura del bambino/a per ragioni legate all’azienda dove sono impiegati (+2,7% per le madri).