Home I lettori ci scrivono Titolo europeo sostegno: i docenti specializzati all’estero si ribellano

Titolo europeo sostegno: i docenti specializzati all’estero si ribellano

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Gentilissimi, vi scriviamo per rappresentarvi la situazione kafkiana vissuta da oltre 12.000 docenti specializzati nel TFA estero che rischiano seriamente una violazione del diritto al lavoro a causa di una Ordinanza Ministeriale e dell’inottemperanza del Ministero nella procedura di riconoscimento del TFA estero.

In sintesi dopo aver conseguito un titolo di specializzazione TFA Europeo I sottoscritti hanno inoltrato formale richiesta di riconoscimento al Ministero che “avrebbe” dovuto rispondere entro 120 gg. In passato tali docenti hanno potuto stipulare contratti di lavoro nelle more del riconoscimento. Nel maggio 2022. Con l’OM 112 art. 7 lett. E, il Ministero dell’Istruzione  improvvisamente, nonostante si sia reso inadempiente (anche per anni),  ha anche impedito agli scriventi di poter sottoscrivere qualsiasi contratto MARCHIANDO tali docenti con la lettera scarlatta della R (riserva) impedendo di fatto il diritto al lavoro di tali docenti per i quali Ministero si era reso gravemente inadempiente rispetto al riconoscimento.

Tutto questo ha causato un poderoso contenzioso che è infine sfociato in un intervento dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 21/2022  in cui: Il Ministero dovrà riconoscere i titoli conseguiti all’estero laddove i percorsi di studio siano simili; al fine di evitare risarcimenti nell’ordine di qualche miliardo e il conseguente danno erariale.

 Il nuovo Ministro è quindi chiamato a risolvere la questione ma intanto è cominciato uno sciacallaggio volto a ripristinare situazioni di discriminazione nei confronti di questi lavoratori, per intenderci quelli della lettera scarlatta di cui sopra. Sfugge però che negli scorsi anni è stato consentito di stipulare contratti a docenti privi di qualsiasi titolo di specializzazione. In sostanza qualsiasi cosa pur di emarginare gli “impuri”.

È naturale che tutto questo generi apprensione e rabbia tra i tanti docenti del TFA estero che rischiano ancora una volta di rimanere privi di un contratto di lavoro pur avendo maturato periodi di precariato e avendo titoli idonei ed esperienza.

Perché questo accanimento solo nei confronti del TFA europeo/estero e non nei confronti di altre professioni estere?

L’ Europa tanto sbandierata non è più la casa di noi tutti?

Dalla parte dei docenti TFA estero vi è il diritto:

– costituzionale

– europeo

-giurisdizionale

– sociale (dei ragazzi disabili)

– scolastico

– lavoristico

-amministrativo

stabilito dalle numerose sentenze a tutti i livelli dall’altro la bieca discriminazione, l’ignoranza delle norme, l’invidia sociale, la denigrazione da querela di tanti lavoratori “usati” per coprire i buchi nei periodi di carenza per essere poi gettati come acqua sporca.

Noi chiediamo invece il ripristino dello Stato di diritto e alla continuità didattica per evitare, come giustamente detto da alcuni, di gettare il bambino con l’acqua sporca.

Il Ministro ha il dovere di ripristinare il diritto al lavoro di questi docenti che ingiustamente sono stati estromessi dal mondo della scuola del quale si sentono protagonisti e a cui voglio contribuire attraverso la loro esperienza e sensibilità.

Confidiamo nel Vs sostegno alle giuste istanze di questi lavoratori precari avendo come fine di contribuire alla costruzione di un dibattito libero da preconcetti.

Coordinamento TFA Europeo