C’è anche la commessa da 325 milioni di euro sui banchi monoposto e a rotelle per le scuole nell’indagine a 360 gradi – approvata dalla Commissione Affari Sociali della Camera – sulla gestione economica per combattere la pandemia: la decisione, presa il 12 aprile, è stato adottata con un testo base che introduce la Bicamerale d’inchiesta sul Covid che andrà a verificare la liceità delle tante spese, a suon di milioni e miliardi di euro pubblici, che il primo Governo Conte dovette affrontare per arginare gli effetti della pandemia.
Quanti soldi furono spesi
La bicamerale d’inchiesta andrà a verificare, quindi, se i 460 milioni messi a disposizione del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri sul capitolo scuola sono stati spesi bene: la parte maggiore della spesa, 325 milioni, servì in realtà per acquistare i 430mila banchi con seduta innovativa, più noti come banchi “a rotelle”, per i quali servirono però solo 119 milioni. Altri 206 milioni di euro furono spesi per i 2,1 milioni di banchi monoposto tradizionali, sempre richiesti dai singoli istituti scolastici.
Banchi innovativi che almeno una scuola su tre ricevette in clamoroso ritardo, addirittura a Natale anziché a settembre come invece era previsto dagli accordi iniziali.
Sotto esame l’operato del commissario Arcuri
A suo tempo, lo stesso commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri disse non essere affatto preoccupato per l’acquisto degli arredi scolastici, in particolare per le accuse avanzate da Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione del Veneto: l’assessora aveva denunciato di essere stata costretta a ritirare tutti i banchi con le rotelle “dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena“.
I banchi forniti, ha detto il commissario calabrese replicando alle critiche espresse dall’assessora del Veneto, “sono ovviamente certificati” e non è stato mai chiesto ai dirigenti scolastici di certificare i banchi stessi, ma unicamente di siglare un documento di regolare ricezione della fornitura con il relativo verbale di collaudo”.
Il testo base prevede che la Bicamerale, composta da 15 deputati e 15 senatori, potrà indagare a 360 gradi sull’ operato del Governo, sul piano vaccini, sulle chiusure, sugli acquisti di materiale sanitario e di protezione individuale (quindi probabilmente anche sugli 11 milioni di mascherine al giorno, con bassissima ricaduta nell’utilizzo, fornite alle scuole, i cosiddetti “pannolini” che tante proteste e rifiuti hanno sollevato per la bassa qualità) e sugli eventuali conflitti d’interesse.
Quei banchi voluti delle scuole…
Ma si potranno valutare anche l’operato del Commissario straordinario, tutte le misure adottate, compresi gli hub, l’App Immuni, fino agli acquisti proposti alle scuole dall’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e che molti dirigenti scolastici accettarono per l’acquisto dei famigerati banchi moderni da allocare nelle aule al posto dei vecchi e usurati arredi in legno.
Si potrà anche istituire, hanno fatto sapere i promotori, un “Osservatorio in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità” per valutare “fatti e comportamenti accertati nel corso dell’inchiesta”.
L’istituzione della Commissione “è il primo, importante, passo necessario per fare chiarezza su quanto accaduto e per accertare le eventuali responsabilità”, osserva la relatrice Alice Buonguerrieri (FdI).
L’opposizione chiede perchè non ci sono le Regioni
Se , per la decisione, il Terzo Polo si è schierato compatto con la maggioranza, forti polemiche sono state avviate da parte dei parlamentari del M5s e del Pd, che hanno abbandonato i lavori per protesta e che quindi non hanno votato il provvedimento.
Secondo l’opposizione, il testo unificato è stato depositato “appena un’ora prima del voto” e non vengono neanche citate le Regioni. Secondo quanto si apprende, quest’ultima richiesta sarebbe stata avanzata dalla Lega per non vedere coinvolta nell’inchiesta la Regione Lombardia, ancora guidata dal leghista Attilio Fontana, lo stesso che gestì la pandemia da Covid.
In cambio, scrive l’Ansa, “FdI avrebbe incassato un altro risultato: quello di poter allargare l’indagine anche al piano vaccini. Altro tema che il partito di Salvini avrebbe preferito lasciar fuori, ma sul quale la forza politica che si rifà a Giorgia Meloni si sarebbe mostrata irremovibile”.
I dubbi dei grillini
“Se intendono fare una Commissione d’inchiesta farsa, con un finale già scritto che esclude l’analisi dell’operato delle Regioni” mettendo “in discussione l’utilità dei vaccini, se la faranno da soli senza il M5S”, ha detto Giuseppe Conte, leader politico dei grillini.
“Eravamo contenti – spiega la deputata 5S ed ex sindaco di Torino, Chiara Appendino – perchè la Commissione serve per capire cosa non ha funzionato, ma loro non vogliono che si parli delle Regioni e allora le cose sono due: o non conoscono la Costituzione o più probabilmente hanno qualcosa da nascondere”.
Contrari anche Pd e Avs
“Le forzature di queste ore della maggioranza, che per problemi interni ha prima ritirato un testo e poi ne ha presentato un altro a un’ora dal voto, senza coinvolgere l’opposizione, sono inaccettabili e dimostrano che l’unico obiettivo è quello di usare vicende gravi e drammatiche per fare propaganda sulla pelle di chi ha sofferto e combattuto il Covid”, ha detto Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali.
“Basti pensare che nel testo si mette in dubbio l’utilità dei vaccini, ammiccando ai No-Vax. Non ci hanno dato neanche un’ora di tempo per vedere il testo che hanno presentato poco prima del voto”, ha commentato ala capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella.