Ancora giornalisti caduti nelle guerre sparse nel mondo. Giornalisti in prima linea senza caschi protettivi e senza mezzi di artiglieria pesante alle spalle. Animati dalla passione per il proprio lavoro, spinti dalla spasmodica ricerca della verità, sono morti, il 19 novembre scorso, quattro giornalisti in Afghanistan. Tra loro una giornalista italiana: la catanese Maria Grazia Cutuli, 39 anni, inviata del Corriere della Sera. Insieme a lei hanno perso la vita lo spagnolo Julio Fuentes (del quotidiano El Mundo) e due reporter dell’agenzia Reuters: Harry Burton, australiano, e Azizullah Haidari, afghano.
Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, i quattro giornalisti erano in viaggio da Jalalabad a Kabul. Mentre attraversavano il passo di Tang-i-Abreshum, a bordo di due automezzi, sono stati bloccati, trascinati fuori dal mezzo, strattonati e picchiati. Quindi, condotti nell’altura poco distante, alcune raffiche di mitra hanno cantato per loro il miserere. Poi nulla. I corpi dei quattro giornalisti sono stati lasciati a terra, accarezzati solo dallo strisciante vento del deserto.
In questi casi, chi lavora con le parole come noi, ne trova poche a disposizione, e non solo per partecipare al cordoglio dei parenti delle vittime, ma anche per esternare la propria rabbia contro qualcuno, contro tutti.
La direzione e la redazione, i collaboratori tutti de La Tecnica della Scuola e di ScuolaInsieme si associano al dolore della famiglia Cutuli per la perdita di Maria Grazia, nostra concittadina e autentica giornalista, il cui funerale sarà celebrato nella Cattedrale di Catania, in Piazza Duomo, alle ore 11.00 di sabato 24 novembre. Nella stessa giornata, nel capoluogo etneo, verrà proclamato il lutto cittadino.