Gentile Redazione,
la decisione del Ministro Valditara è causa di preoccupazione, tra i docenti specializzati, specializzandi, idonei e soprannumerari che hanno superato le tre prove concorsuali per accedere al TFA in Italia.
Si teme una discriminazione nei confronti dei docenti precari italiani che hanno seguito il percorso formativo italiano e che, quindi, hanno conseguito il loro titolo con merito e sacrificio a vantaggio di chi ha ottenuto un titolo estero, attualmente non valido nel nostro Paese.
Si chiede al Ministero di organizzare percorsi adeguati ai bisogni della scuola e dei precari e di tutelare il diritto allo studio di tutti gli alunni con particolare attenzione a quelli con disabilità.
La linea del Ministro all’Istruzione (e merito) Giuseppe Valditara sulle questioni dei precari della scuola e degli insegnanti di sostegno, è stata quella di emanare una circolare in base alla quale anche chi ha conseguito la specializzazione per il sostegno all’estero ed è in attesa di convalida, può ottenere un contratto a tempo determinato al fine dell’assunzione e successivamente l’eventuale ruolo, magari senza mai aver l’equipollenza del titolo.
Questo, non rispecchia le indicazioni del Consiglio Europeo che considera prioritario, in relazione allo sviluppo della scuola e all’eccellenza nell’insegnamento, garantire un’istruzione di alta qualità e inclusiva.
Gli sforzi del Ministero dovrebbero seguire la logica del monitorare gli sviluppi nella progettazione e implementazione di strategie, politiche e misure di supporto all’apprendimento degli studenti garantendo a quest’ultimi un insegnamento di qualità che potrebbe essere assicurato solo con una formazione in linea, con quelle che è la normativa e i valori scolastici italiani, fondati sull’inclusione scolastica, totalmente diversa, da quella realizzata negli altri Stati membri dove tali titoli vengono conseguiti.
Conformemente al principio di sussidiarietà; ogni Paese è responsabile per il proprio sistema di istruzione e formazione, mentre l’UE svolge un ruolo di sostegno, incoraggiando la cooperazione e lo scambio di BUONE PRASSI tra Stati membri e integrando gli sforzi e le riforme a livello nazionale ed internazionale.
Ci teniamo a sottolineare che, uno dei principali obiettivi della Seconda Conferenza Nazionale sulle Politiche in favore delle Persone con Disabilità del 2002, è quello di promuovere i diritti dei bambini e dei giovani con disabilità anche grazie ad un trattamento paritario nell’insegnamento e nella vita.
Non meno rilevante è un altro quesito ovvero, quello relativo alla valutazione delle scuole in base agli esiti finali; ciò inevitabilmente può mettere a rischio non solo gli alunni più deboli e le loro famiglie, ma anche la mancata attuazione dell’offerta formativa delle singole Istituzioni scolastiche, ripercuotendosi sulla qualità dei servizi offerti; per questo la formazione professionale dei docenti in particolare quella dei docenti di sostegno, deve essere monitorata con più attenzione e sistematicità al fine di ottenere maggiori progressi e risultati.
Il monitoraggio e la valutazione sono elementi essenziali per responsabilizzare l’istruzione in generale e soprattutto garantire l’educazione inclusiva, processo che comporta una maggiore efficienza e efficacia dell’azione scolastica e dell’utilizzo dei fondi pubblici. Gli utenti delle strutture educative, ovvero gli alunni e i loro genitori, devono avere la certezza che i provvedimenti adottati, con particolare riguardo alla figura del docente di sostegno, siano professionali e di qualità.
Per questo, il Ministero deve garantire docenti adeguatamente formati asserendo la comprovata validità del titolo conseguito. Si richiede di seguire le indicazioni stabilite nella sentenza n. 22 del Consiglio di Stato che afferma che l’eventuale riconoscimento del titolo estero deve avvenire caso per caso e deve totalmente corrispondere al titolo specifico italiano (equipollenza).
Un riconoscimento massivo di tali titoli, sarebbe discriminante nei confronti dei tanti docenti che affrontano le selezioni in Italia per intraprendere il percorso di specializzazione, come allo stesso modo un rigetto massivo sarebbe non conforme a quanto stabilito dalla Convenzione di Lisbona.
Oltre all’evidente problema didattico, c’è poi quello delle graduatorie: la procedura per il riconoscimento del titolo è rallentata dall’eccessivo carico sugli uffici amministrativi che devono verificare la congruenza con la formazione italiana e nel caso imporre integrazioni.
Con questo provvedimento i precari che hanno studiato in Italia saranno scavalcati da chi ha ottenuto il titolo all’estero e con la seria possibilità che all’alunno con Bes gli si precluda la possibilità di avere continuità didattica e ritrovarsi con un docente non adeguatamente formato.
Il titolo di specializzazione in Italia viene conseguito con merito e sacrificio, pertanto, permettere a docenti di sostegno inseriti con riserva di fare domanda per l’assegnazione degli incarichi annuali, e, quindi, poi di avere il ruolo porterebbe di fatto ad avere centinaia di docenti il cui titolo non è mai stato e forse mai sarà riconosciuto.
In considerazione che l’85% dei titoli esteri sono ottenuti in Paesi in cui non esiste l’inclusione degli alunni con disabilità, occorre, innanzitutto tutelare il diritto allo studio, pretendendo, che chi lavora, abbia una formazione in linea con la nostra Costituzione, la nostra legislazione e i nostri valori.
Ritenendo infondato e discriminante un riconoscimento massivo attraverso un “silenzio assenso” e per i motivi sopra citati, chiediamo che:
1. la firma con estrema urgenza del DM che attivi VIII ciclo TFA 2023/2024.
2. vengano attivati entro tempi brevissimi da parte delle Università, anche attraverso l’adozione di una misura urgente, di corsi di specializzazione per consentire e garantire a tutti i soprannumerari dei cicli precedenti la conclusione dei percorsi di specializzazione sia per evitare il pericolo di sovraffollamento dei corsi per il 2023 poiché in essi andrebbero a confluire i soprannumerari dello scorso anno e i vincitori del nuovo bando, e sia per una pronta immissione per l’anno scolastico 2023/24 ;
3. l’Amministrazione, caso per caso, si adoperi ad un eventuale riconoscimento o rigetto in forma equipollente;
4. di inserire nelle graduatorie i titolati esteri successivamente all’eventuale riconoscimento del titolo o abilitazione;
5. l’impossibilità dei titolati esteri di stipulare contratti ai fini della supplenza;
6. prevedere i test di ammissione al TFA anche per chi ha 36 mesi di supplenza negli ultimi 5 anni e non modificare le modalità di ammissione del TFA sostegno.
Continueremo a vigilare sull’operato dell’Amministrazione e del Legislatore per mettere in primo piano il merito e garantite il diritto allo studio e all’inclusione di tutti gli alunni in particolare quelli più fragili e non escludiamo, se necessario, iniziative di protesta.
Anna Romeo
Simona Milone
Valeriano Suraci
Giuseppina Stranieri
Clelia Adorni Fontana
Anna Trocchia
Laura Paola
Carla Castaldo
Antonella Noviello