Nell’aria c’è un sentore di attacco gratuito, infatti, con il sistema istruzione ci si può prendere una certa confidenza, perché è luogo comune che gli insegnanti siano degli ottimi incassatori e protestano a vuoto senza creare problemi istituzionali. Ma se la scuola sta male, l’Università non sta meglio.
Il 3 luglio 2014 è stato pubblicato sul sito web della CRUI un comunicato stampa molto indicativo del momento delicato attualmente vissuto dal sistema istruzione italiano. Il comunicato stampa dice: “Nelle ultime settimane sono ripresi gli attacchi gratuiti alle Università italiane: giudizi sommari, luoghi comuni, provocazioni volte a influenzare le politiche del nuovo Governo. Sono cose che abbiamo già visto a partire dal 2008 e che hanno indotto al taglio di 1 miliardo su 7 al finanziamento pubblico e alla perdita del 9% degli studenti. Oggi, dopo quelle “cure”, anche il Paese non sta affatto meglio e questo dovrebbe insegnare qualcosa. L’Università italiana vuole, in linea con gli obiettivi dichiarati dal Governo:
1) Rigore e merito nelle procedure di reclutamento e nel finanziamento
2) Valutazione e Semplificazione
3) Autonomia responsabile
4) Un pieno diritto allo studio
5) Un piano per i giovani ricercatori
6) Un più stretto rapporto con il mondo del lavoro e con i sistemi economici
Le Università si sono fatte valutare dall’Anvur e si apprestano ad essere finanziate secondo le migliori prassi internazionali. Chiediamo ora al Governo di rendere chiare le scelte in materia di Università prima che i “piromani” della disinformazione causino ulteriori danni, dividendo il Nord dal Sud, i grandi dai piccoli, le discipline scientifiche da quelle umanistiche, i giovani dagli adulti. Siamo all’inizio del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea. Ebbene, si prenda un Paese europeo come esempio e si cerchi di fare altrettanto. L’Università italiana è pronta”.