A Belgrado, ancora scossa per la strage alla scuola primaria e per gli spari contro una scuola serba, si sono riversati una serie preoccupante di allarmi bomba giunti in decine di scuole.
La notizia, raccontano le agenzie, è arrivata dal ministero dell’interno che ha riferito essere in corso operazioni di verifica e controllo da parte di polizia, artificieri e unità antiterrorismo.
Mentre gli istituti interessati, come appare del tutto normale, sono stati evacuati, la capitale serba è ancora scossa per la strage del 3 maggio scorso da parte di allievo 13enne che, sparando con la pistola del padre, ha ucciso otto suoi coetanei e un custode, ferendo altri sei allievi e una insegnante.
Ma non solo, in Kosovo degli sconosciuti, a bordo di un’auto in corsa, hanno sparato colpi d’arma da fuoco in direzione di una scuola primaria nel villaggio di Ugljare, piccola località a maggioranza di popolazione serba non lontana da Kosovo Polje, nella parte centrale del Paese. Poi gli aggressori con l’auto si sono diretti verso un vicino villaggio abitato da kosovari di etnia albanese.
Al momento degli spari nel cortile dell’istituto, riferisce il capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo, si trovavano tre ragazzi di etnia rom di 13,15 e 17 anni, che per puro miracolo sono rimasti illesi.
Tuttavia le autorità denunciano l’atmosfera ostile e persecutoria esistente in Kosovo nei confronti della popolazione serba e non albanese, costretta a vivere nella paura e nel terrore per i continui attacchi e provocazioni.