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Assunzioni in ruolo docenti, 100mila entro il 2024: Valditara conferma ma se non si “pesca” da Gps I fascia su materia saranno assai meno

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In attesa di prendere visione del numero ufficiale delle immissioni in ruolo di docenti nel 2023 da parte del Mef, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, continua a parlare di 100 mila stabilizzazioni. Lo aveva annunciato ad inizio maggio, durante un’interrogazione parlamentare; lo ha ribadito sabato 20 maggio, nel corso di una visita ad Alassio, vicino Savona.

“Da giugno – ha detto il titolare del dicastero bianco – avvieremo un percorso di assunzioni molto importante, che riguarderà quasi 100 mila insegnanti”.

La suddivisione del contingente biennale

Valditara ha specificato che di queste stabilizzazioni “quasi 20 mila si realizzeranno sul sostegno” e come tutti gli immessi in ruolo avranno “l’obbligo di rimanere sulla cattedra” occupa nell’anno dell’immissione in ruolo “per tre anni”.

Quindi, il Ministro ha detto che “ci saranno altre 38 mila assunzioni con scorrimento di graduatoria e poi 35 mila del Pnrr“: questi ultimi verranno assorbiti nei ruoli con procedura straordinaria riservata a chi ha svolto 36 mesi di servizio e conseguito 24 Cfu.

E’ bene ricordare che il piano di assunzioni a tempo indeterminato indicato dal ministro Giuseppe Valditara sarà biennale: come abbiamo già avuto modo di scrivere, complessivamente tra 2023 e 2024 le stabilizzazioni saranno 65 mila con le risorse del Pnrr e 35 mila con le modalità tradizionali.

Le immissioni in ruolo nel 2023

La prossima estate, quindi per l’anno scolastico 2023/2024, le assunzioni autorizzate dovrebbero fermarsi a 56 mila, di cui circa 19 mila sul sostegno e le altre su posto comune.

Ma è assai difficile che si attuino tutte: nel 2022, infatti, se ne sono realizzate circa la metà, a causa della mancanza di candidati nelle varie graduatorie utilizzate (liste di merito dei concorsi ordinari e straordinari, GaE, I fascia Gps sostegno, ecc.). E per lo stesso motivo nei due anni precedenti, addirittura le immissioni in ruolo andate in porto sono state in media appena una ogni tre autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

Considerando, inoltre, che nello stesso periodo (2023 e 2024) si stima che tra i docenti avremo tra i 45 e i 50 mila pensionamenti (nel biennio 2022-2023 sono state 46.130), riteniamo che per dare una “spallata” importante al precariato scolastico occorrano provvedimenti ulteriori.

Servono deroghe, più posti Tfa e flessibilità

Un primo provvedimento, in parte già attuato, è quello di “pescare” altri vincitori e candidati risultati idonei dalle graduatorie di alcuni concorsi straordinari.

Occorre inoltre specializzare un numero maggiore di docenti su sostegno: l’aumento del numero degli ammessi ai corsi Tfa sostegno c’è in effetti stato (anche se siamo in attesa dell’ufficialità e quindi dei bandi), ma dovrebbe fare di più (anche sul fronte dell’avvio dei corsi nelle regioni dove il numero di posti vacanti è maggiore, quindi soprattutto al Nord, dove invece paradossalmente i posti di Tfa sostegno risultano molti meno che al Sud). Sia per favorire le immissioni in ruolo, ma sia perchè ogni anno continua a risultare altissima la percentuale di insegnanti di sostegno che firmano un contratto annuale pur non avendo la specializzazione.

Un altro ancora potrebbe essere quello delle immissioni in ruolo da Gps anche su disciplina comune: esattamente così come è stato chiesto dai sindacati rappresentativi (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals, Gilda e Anief), che a febbraio hanno concordato con lo stesso ministro dell’Istruzione l’iniziativa di chiedere il parere alla Commissione europea su tale soluzione (almeno in questa fase di reclutamento transitorio, prima della riforma derivante dalla Legge 79/2022 che sarà esecutiva dal 2025). Il parere dell’organismo Ue (anche sulla possibilità di far cadere i vincoli alla mobilità di neo assunti e trasferiti), tuttavia ad oggi non è mai arrivato.

I vincitori di concorso vanno assunti entro tre anni

Nel frattempo, servirebbe anche una deroga sulla durata di validità delle graduatorie di merito dei concorsi: su La Repubblica, edizione Liguria, sempre il 20 maggio è stato scritto che ben 400 docenti liguri vincitori di concorso rischiano di dovere partecipare ad una nuova selezione perché la presenza negli elenchi dura solo due massimo tre anni.

Valditara ha replicato: “Non conosco esattamente la situazione di questi 400 insegnanti liguri, ma certamente ritengo ci siano buone speranze per tanti insegnanti in tutta Italia”. Soprattutto, aggiungiamo noi, se arriveranno le attese deroghe alle attuali norme sul reclutamento.