Sono tanti i dubbi, le incertezze e, addirittura, le parti oscure del Rapporto provvisorio del Gruppo ristretto di lavoro, presieduto dal professore Bertagna, costituito più di quattro mesi addietro dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Letizia Moratti.
Secondo alcuni esperti, il documento segna pure molti passi indietro. Tra questi quello relativo alla creazione della figura di un "docente coordinatore" della scuola primaria che manderebbe in soffitta il team di tre insegnanti e riconfermerebbe il docente unico.
Il documento – dopo aver detto che "dalla 1ª classe dell’istruzione primaria alla 3ª classe dell’istruzione secondaria di I grado si può…procedere ad un’articolazione biennale degli obiettivi specifici di apprendimento e delle attività di insegnamento" ed avere sottolineato che all’inizio della 1ª, 3ª e 5ª il Servizio Nazionale della Qualità del Sistema di Istruzione e Formazione sottopone gli allievi alle "prove di verifica sulle conoscenze e sulle abilità acquisite nel triennio (della scuola dell’infanzia) e nei bienni precedenti (della scuola primaria)" – parla di un "docente coordinatore" che "sarà temporalmente presente nel I biennio" con un impegno di 21 ore di insegnamento frontale" che "scenderà fino ad un minimo di 15 ore nel II biennio" e che "in quinta classe dell’istruzione primaria… dividerà le 25 ore settimanali obbligatorie di insegnamento frontale con altri due colleghi".
Giustamente qualcuno ha interpretato questa parte del testo come un ritorno all’insegnante prevalente del primo ciclo didattico che veniva suggerito dalla legge n. 148/1990 la cui norma, come è noto, non è mai stata attuata nella stragrande maggioranza delle scuole per una serie di ragioni sociali, psicologiche, didattiche.
Una domanda è d’obbligo: quali le ragioni di natura psicologica, pedagogica, didattica, organizzativa, politica e sociale che, senza alcuna verifica, oggi giustificano l’abbandono della metodologia d’insegnamento per moduli in atto nella scuola elementare italiana da più di tre lustri? E ancora. Chi ha detto che l’insegnante unico sia da preferire al team docente?