I compensi per fare il commissario e presidente degli Esami di Stato nel 2023 sono palesemente al di sotto dell’inflazione: come ha ricordato qualche giorno fa La Tecnica della Scuola, risalgono alla tabella 1 allegata al decreto interministeriale , ministero dell’Istruzione e dell’economia, del 24 maggio 2007, con integrazione della nota n.7054 del 2 luglio 2007. Anche i sindacati lo ricordano periodicamente. Giuseppe D’Aprile, segretario generale Uil Scuola Rua, spiega i motivi per cui avere lasciato quei compensi fermi a 16 anni è una mancanza che non può passare inosservata.
Il sindacalista ha denunciato che nel 2017 “l’inflazione, in Italia, dato Istat, era all’1,8%: oggi siamo all’8,2%. La politica non può ignorare questi numeri”.
Stipendi troppo sotto il caro-vita
“Secondo l’Istat, l’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle retribuzioni del 35% rispetto a 15 anni fa – ricorda il segretario – Il trend degli ultimi anni mostra che il personale della scuola non ha beneficiato, in termini di crescita delle retribuzioni, dei momenti di sviluppo, con un Paese a PIL crescente”. Anche perché nel frattempo, durante gli ultimi tre lustri, gli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici, a seguito dei rinnovi contrattuali, non hanno superato di molto il 10%.
Con il rallentamento del Pil con il rinnovo contrattuale fermo al 2021, la situazione è diventata ancor più critica.
“Per noi – ha continuato il leader della Uil Scuola Rua – l’aumento degli stipendi degli insegnanti e di tutti i lavoratori della scuola è un obiettivo irrinunciabile. L’obiettivo è duplice. Da una parte valorizzare il lavoro che il personale della scuola svolge tutti i giorni con dedizione e professionalità, dall’altro contribuire a rimettere in moto il nostro Paese. Stipendi o compensi più alti potrebbero sostenere l’economia e aiutare a scongiurare la minaccia di un’inflazione ancora più elevata e una crisi del costo della vita ancora maggiore”, conclude D’Aprile.
Quanto guadagna il commissario e il presidente della maturità
Come già rilevato, i presidenti di commissione ricevono 1.249 euro per la loro funzione e inoltre riceveranno un compenso correlato alla distanza del luogo di residenza o servizio dalla sede d’esame. Se la distanza è raggiungibile con i mezzi pubblici più veloci in meno di 30 minuti, il compenso aggiuntivo è 171 euro, se invece si tratta di una distanza raggiungibile in un tempo compreso tra 31 e 60 minuti, il compenso aggiuntivo sarà di 568 euro, se invece per raggiungere la sede di esame c’è bisogno di un tempo compreso tra 61 e 100 minuti, il compenso aggiuntivo sale a 908 euro, mentre se i mezzi più veloci ci impiegano oltre i 100 minuti si arriva a percepire € 2.270.
I commissari interni invece percepiscono appena 399 euro per la loro funzione e solamente un compenso aggiuntivo forfettario di 171 euro.
Inoltre, al commissario interno chiamato a svolgere la funzione su due classi della stessa commissione o su più commissioni deve essere attribuito un secondo compenso aggiuntivo relativo esclusivamente alla funzione.
Ai commissari esterni la diaria è leggermente superiore a quelli interni e comunque legata, in modo proporzionale, alla distanza luogo di residenza o servizio dalla sede d’esame.
Al commissario delegato a sostituire il presidente, nominato vicepresidente, è attribuita una maggiorazione del 10% del compenso previsto per la funzione di commissario.