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Chi picchia un docente deve essere punito, la scuola non è terra di nessuno: l’on. Sasso (Lega) difende il giro di vite sulle pene

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“Chi picchia un professore deve pagare e deve essere punito, altrimenti passa un messaggio che al maestro o alla professoressa si può fare tutto, tanto la scuola è terra di nessuno”: a dirlo è stato Rossano Sasso, deputato della Lega, commentando le lamentele emerse durante le audizioni svolte l’8 giugno in commissione Istruzione alla Camera sul disegno di legge proposto dalla Lega a maggiore tutela della sicurezza del personale scolastico e che entro luglio dovrebbe andare in Aula per l’esame definitivo.

Il disegno di legge contro le violenze sul personale scolastico prevede, tra le altre cose, l’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico ma soprattutto inasprisce i reati di violenza, minaccia e oltraggio, considerando la violenza sui docenti un’aggravante.

Contro la richiesta di inasprimento dei reati di violenza, minaccia e oltraggio attuati nei confronti dei docenti (spesso anche da studenti e genitori) si è posizionata la Flc-Cgil: il ddl per la tutela della sicurezza del personale scolastico, “ha una organizzazione securitaria estranea alla natura dell’istituzione scolastica che non condividiamo”, hanno tuonato Manuela Calza e Anna Maria Pistorino (Flc Cgil) in audizione alla Camera.

“L’Osservatorio nazionale sulla sicurezza – hanno sostenuto le due dirigenti sindacali – esclude le associazioni professionali e il mondo dei pedagogisti e sembra più per la tutela dell’ordine pubblico che per la rimozione di un diffuso disagio giovanile e la promozione del benessere scolastico”.

Il giro di vite sulle pene, hanno continuato, “risponde ad una logica punitiva che contraddice e cogliamo nel testo l’assenza di una visione e dell’inquadramento del fenomeno nella sua complessità. Ferme restando le responsabilità anche di carattere penale, di fronte a mancanze disciplinari le scuole vanno sostenute nel ripristino di rapporti corretti nella comunità scolastica. Crediamo che per restituire autorevolezza alla scuola serve un suo nuovo posizionamento sociale, serve volontà politica, investimenti per recuperare la missione costituzionale dell’istruzione ma queste scelte vanno fatte in modo concreto: serve anche attenzione alla qualificazione professionale, interventi strutturali sugli edifici, sugli stipendi, la valorizzazione comunità educante, implementare il tempo scuola, la formazione degli insegnanti, porre attenzione alla relazione educativa: la scuola sia opportunità di crescita”, hanno concluso Calza e Pistorino.

La proposta di legge sulla tutela della sicurezza personale scolastico, ha replicato l’on. Sasso, “non vuole avere logiche punitive: nel presentare questo disegno di legge ho pensato ai tanti docenti aggrediti dai parenti degli studenti o dagli allievi”.

“Ma chi tocca un insegnante tocca lo Stato, questo vogliamo far capire, nessuno vuole vendetta nei confronti di un ragazzo. Perché la scuola deve essere un ambiente sicuro e salubre che educa alla gentilezza e al rispetto”, ha aggiunto il leghista.

In audizione ha preso la parola anche Angela Nava Mambretti, presidente del Coordinamento genitori democratici, per la quale “su 8 milioni e 400 mila studenti i pochi casi” di violenze e bullismo “rischiano di occultare la buona scuola, che è rappresentata dal tutto il resto”.

La rappresentante dei genitori democratici ha espresso contrarietà rispetto a quella che ha definito una sorta di “bulimia normativa, la quale rischia di affaticare ulteriormente la scuola”.

Anche i genitori si sono detti contrari all’inasprimento le pene. Si sono detti favorevoli, invece, a “progetti all’educazione affettiva e alla sensibilizzazione alle differenze riguardanti anche i genitori”.

“Basta proclamare giornate nazionali – ha concluso – ma se proprio vogliamo farne una, dedichiamola al valore della scuola pubblica e al rispetto per tutte le componenti, potenziando organici, per costituire classi meno numerose che rendano possibile una efficace relazione educativa”, ha concluso Angela Nava Mambretti.

Secondo il Cidi, Centro d’iniziativa democratica degli insegnanti, “non è una strada praticabile nè utile quella di aumentare le pene per chi usa violenza contro i docenti. Già la normativa che punisce chi colpisce i rappresentanti dello Stato e quindi anche i docenti, esiste, non va inasprita”. Più morbida la Cisl Scuola, per la quale il ddl per la tutela della sicurezza del personale scolastico “é un importante intervento ma serve un approccio non solo penalistico ma anche preventivo”.