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Abilitazione docenti, Boschi e Toccafondi (Iv): “Serve urgente soluzione e stessi diritti per insegnanti statali e paritarie”

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È stato approvato il Decreto-legge “PA2” dal Consiglio dei Ministri. Come precisato dal MIM con un proprio comunicato, gli interventi di interesse del Ministero dell’Istruzione e del Merito riguardano l’accelerazione delle procedure concorsuali per l’assunzione di docenti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la formazione iniziale degli insegnanti, nell’ambito della riforma del reclutamento prevista dal PNRR, il rafforzamento della capacità amministrativa del MIM.

A commentare il decreto e gli interventi riguardanti la scuola sono stati Maria Elena Boschi, componente della Commissione Cultura alla Camera, e Gabriele Toccatondi, già sottosgretario al Miur che hanno dichiarato: “Se esce dal decreto la norma che equipara, per i concorsi, i 36 mesi lavorati nelle paritarie a coloro che lavorano nelle statali, non possiamo essere contenti, dal momento che i percorsi, statale e non statale, fanno parte del sistema di istruzione nazionale e non possono sussistere differenze”.

“Altrettanto urgente, però – continuano – è affrontare il tema dell’abilitazione degli insegnanti. Da tanti, troppi anni non esiste un percorso per abilitarsi e le leggi che riguardano gli insegnanti delle scuole statali o paritarie parlano di insegnanti abilitati. Nel 2019 il Parlamento ha votato una norma che prevedeva un concorso straordinario abilitante per tamponare il problema. Nel mentre il Parlamento avrebbe legiferato sul tema della laurea abilitante. Il Parlamento questo lavoro lo ha fatto. Il ministero, invece, non è riuscito a svolgere il concorso abilitante. Eppure quel concorso ha avuto un bando, un periodo per iscriversi, sono stati raccolti i bollettini e chi si è iscritto ha versato quanto dovuto. Poi solo silenzio per oltre due anni. Intanto il problema della mancanza di insegnanti non abilitati cresce fino a arrivare al limite del ragionevole”. 

“Invitiamo il ministero a far svolgere il concorso abilitante, a trovare una soluzione alternativa chiara e lineare, se il concorso non fosse possibile. E a legiferare sull’equiparazione per partecipare ai concorsi sui 36 mesi lavorati, sia nelle statali che nelle non statali”, concludono