Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara difende con i denti la decisione di intervenire sui criteri di valutazione del voto di condotta, sulla misura della sospensione e sull’istituzione di attività di cittadinanza solidale: dell’iniziativa – che porterà ad una revisione normativa del D.P.R 22 giugno 2009 n.122 sulla valutazione degli apprendimenti e del comportamento, e del D.P.R 24 giugno 1998 n. 249 sullo Statuto delle studentesse e degli studenti – il numero uno del Mim ha parlato a margine di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale dei giovani di Fratelli d’Italia. Per il Ministro fare del bene agli altri “è la cosa più naturale di questo mondo. A parte che i lavori socialmente utili in qualche scuola già si fanno, quindi sarà coperta da assicurazione. Servire un piatto caldo in una mensa per anziani è una bellissima esperienza – ha sottolineato il Ministro – . Voglio sfidare qualcuno che dica ‘no, mio figlio non serve alla mensa per anziani’. Dove sta il male? Anzi, si acquisisce proprio il senso della comunità e la bellezza di mettersi a disposizione degli altri”.
A chi gli ha fatto notare se c’era motivo di imporre una “stretta” del genere sulla valutazione del comportamento degli alunni, Valditara ha replicato secco: “Se aver dato sei o sette in condotta a ragazzi che hanno impallinato un insegnante è repressivo siamo proprio…”.
E a chi gli ha chiesto perché dopo aver compiuto un atto violento a scuola ad inizio anno scolastico, uno studente che nel secondo quadrimestre si comporti in modo lodevole debba comunque non avere una valutazione positiva in condotta: “se la legge stabilisce che si deve dare una valutazione sull’anno nel suo complesso è chiaro che non puoi valutare soltanto l’ultimo quadrimestre”, ha replicato il Ministro.
“Oggi come oggi – ha aggiunto – la soluzione era solo quella. Adesso con le norme antibullismo ci saranno altri percorsi. Laddove ci dovesse essere un atteggiamento non particolarmente grave, più studio: vieni a scuola, studi, approfondisci e fai un elaborato finale che sarà valutato. Se invece compi gesti più significativi, più gravi e più seri, vai a fare un po’ di attività di cittadinanza solidale”.
Le “punizioni”, gli allontanamenti dalle lezioni, vanno però sempre considerati in chiave costruttiva: si può essere promossi dopo un percorso coatto di attività alternative anche fuori scuola? “Perché no – ha risposto Valditara -, noi puntiamo a una scuola che recuperi lo studente. Certo, se tu nell’arco di un anno continui a essere tra virgolette al di fuori delle regole e del rispetto, continui a compiere gesti di bullismo, allora ti beccherai il 5 in condotta e ripeti l’anno”.
Quindi, il Ministro ha ribadito perché la sospensione non deve essere più concepita come tenere un ragazzo a casa: “Ma a che serve? Quello ha mollato un pugno all’insegnante, al compagno, ha distrutto una attrezzatura scolastica… e viene lasciato a casa, abbandonato a sé stesso“.
“No, invece – ha continuato – più scuola, rifletta, studi di più, si impegni di più. O se il caso è serio, grave, significativo, lavori per la comunità, capisca cosa è la solidarietà, gli anziani, i malati. Il recupero parte dalla consapevolezza dell’altro”.
Valditara ha aggiunto che “stiamo tutti dalla stessa parte, il docente non è contro lo studente, la famiglia non è contro il docente. Una grande alleanza, che si costruisce col rispetto delle regole e la lotta contro ogni forma di violenza e prevaricazione. Il bullo esprime una cultura della violenza e della prevaricazione che dobbiamo sconfiggere. Sono stanco della società dell’odio, sui social l’odio politico che viviamo tutti i giorni, l’odio sociale, la rabbia, la violenza. Riportiamo nella società partendo dalle scuole il sorriso, la solidarietà, la bellezza, essere parte di una unica stupenda avventura”, ha concluso il ministro dell’Istruzione e del Merito.