Anche quest’anno si ripresenta l’atavico problema delle reggenze: è accaduto di tutto, fuorché la risoluzione. La riforma sul dimensionamento voluta dal Ministro Valditara proprio per affrontare il fenomeno, entrerà in vigore dall’a.s. 2024/25 ed a settembre, a fronte di circa 400 posti vacanti dovuti ai pensionamenti, se ne copriranno solo circa 160, ovvero i rimanenti della graduatoria del concorso 2017.
Il conto è presto fatto: altre circa 240 scuole finiranno in reggenza, tutte concentrate nel Nord Italia dopo che, con la mobilità, generosamente concessa, centinaia di Dirigenti torneranno al Sud nelle loro regioni di residenza. Ovviamente, queste ulteriori 240 scuole vanno ad aggiungersi a tutte quelle scuole “sottodimensionate” che non possono avere per legge un capo d’Istituto.
Se pensiamo che una scuola ha mediamente un bacino di utenza di circa mille studenti, è facile capire come solo queste nuove 240 reggenze impattano su circa 240mila famiglie. Chiunque frequenti una scuola (da docente o da genitore) sa quanto sia drammatico avere un dirigente a mezzo servizio.
Significa un abbassamento sostanziale del servizio offerto, a maggior ragione in un periodo fondamentale per la gestione dei fondi PNRR. D’altronde, quale attenzione può prestare un Dirigente che si trova a gestire 20 plessi distanti anche decine di chilometri tra loro?
Perché 240mila famiglie non hanno diritto di avere un preside a tempo pieno nelle scuole dei propri figli? Perché interi territori, enti, associazioni, sindaci devono rinunciare ad un dirigente sempre presente nei loro Istituti?
Eppure una soluzione c’è, ed è più facile di quanto sembri.
Basterebbe revocare, per sopravvenuti motivi di interesse pubblico, il decreto con cui sono stati depennati dalla graduatoria del concorso del 2017 più di 150 vincitori che per motivi personali e/o di famiglia hanno, forzatamente, dovuto rinunciare al ruolo per cui si erano diligentemente preparati, per colpa di una previsione del bando fortemente penalizzante e per una gestione della procedura di assegnazione che, non tenendo conto del ruolo regionale, ha “sparpagliato” per tutta Italia i vincitori.
D’altra parte, a leggere le più recenti disposizioni di legge relative alla dirigenza scolastica, si è prestata attenzione a tutti, ai vincitori esiliati al Nord, ai ricorrenti di vario tipo e genere: perché negare questa attenzione e disponibilità solo a noi? E’ forse una forma di punizione per aver osato fare “il gran rifiuto” di dantesca memoria?
Siamo sicuri che il Ministro Valditara, che tanto si è speso contro le reggenze, darà a settembre ad ogni scuola il proprio Dirigente.
Lo deve a quelle 240mila famiglie e ai loro figli.
Comitato Ds vincitori depennati