Un medico della provincia di Reggio Calabria è stato sospeso per nove mesi dall’esercizio dell’attività professionale: avrebbe prescritto certificazioni mediche con cui attestava false patologie ad un’insegnante in servizio a Como. Secondo l’accusa, grazie ai certificati non regolari la docente – 67enne anche lei calabrese e residente nel Reggino – si sarebbe potuta assentare addirittura per l’intero anno scolastico 2020/21.
L’accusa: truffa e falsità ideologica
Il medico, scrive l’agenzia Ansa, é accusato ora di truffa e falsità ideologica. E nel frattempo è stato sospeso dall’attività professionale: il provvedimento è stato adottato in questi giorni dal Gip di Como.
Dalle indagini, condotte dalla Guardia di finanza su delega della Procura della Repubblica di Como, è scaturito che le false attestazioni avrebbero consentito all’insegnante di giustificare le assenze dalla scuola del Comasco dove era stata assunta a tempo determinato.
Anche lo docente è indagata: la donna che ha beneficiato delle false certificazioni dovrà rispondere per gli stessi reati di falsità ideologica e truffa ai danni del ministero dell’Istruzione in relazione alla corresponsione di novemila euro di stipendi cui, in ragione dei suoi presunti comportamenti illeciti, non aveva diritto.
Altri casi di docenti della Calabria
Come ha già riportato La Tecnica della Scuola, nell’ultimo periodo sono stati denunciati altri casi di docenti calabresi indagati per lo stesso reato, ovvero la presentazione di certificati medici che attestavano patologie in realtà inesistenti.
Il caso estremo della docente assente per 20 anni
Il caso ricorda, seppure in parte, quello della docente, anche lei calabresie, assente per addirittura 20 anni su 24 di servizio destituita per inettitudine: negli unici quattro mesi di fila di insegnamento, i suoi studenti hanno segnalato la sua impreparazione, la casualità nell’assegnazione dei voti, il presentarsi senza libri di testo. Così, gli ispettori ministeriali hanno definito “incompatibili con l’insegnamento” le sue modalità di fare lezione.
“Poiché non esiste – nelle leggi dello Stato italiano – una ‘destituzione non disciplinare’, la professoressa, tecnicamente, non può essere ‘destituita’. La ‘destituzione’ della professoressa è, dunque, una mera, mostruosa ed abnorme, ‘creatura’ partorita nonostante le leggi dello Stato”, questa la difesa della docente dopo un primo periodo di silenzio.