I numeri sulla lettura di libri in Italia sono sempre più disarmanti: l’ultimo rapporto annuale Istat ci ha detto che nel 2022 la percentuale di italiani, dai sei anni in su, che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno, non per ragioni scolastiche o lavorative, è crollata al 39,3% facendo registrare il record negativo dell’ultimo quarto di secolo (nel 2010 erano quasi il 47%): un trend, non certo positivo per combattere analfabetismo funzionale e ignoranza sempre più estese, su cui pesa non poco l’imperversare di internet e social media. Gli insegnanti però si confermano un’eccezione, per dovere professionale, attitudine e puro desiderio di leggere: l’ultimo sondaggio realizzato on line realizzato dalla rivista specializzata La Tecnica della Scuola ha fatto emergere che ben il 96,8% dei docenti si dedica con convinzione alla lettura anche nel lungo periodo della pausa estiva.
Dal sondaggio, al quale hanno partecipato 513 lettori, emerge anche che il 65,2% dei docenti, praticamente due su tre, dichiara di leggere nel corso dell’estate oltre 4 libri: per diversi di loro la lettura estiva è il periodo dell’anno migliore per dedicarsi alla lettura di libri, arrivando a terminare nei tra giugno ed inizio settembre anche oltre dieci testi. Sono due i generi di libri prediletti dagli insegnanti: i grandi classici e i romanzi storici. Tra le preferenze seguono i gialli e le biografie. Meno gettonati risultano i libri più vicini alla formazione e alla didattica, come quelli sulle metodologie didattiche, sull’antropologia e sulla pedagogia.
I risultati dell’indagine della Tecnica della Scuola vanno dalla parte opposta rispetto alle preferenze dei loro studenti: secondo un recentissimo sondaggio realizzato dal portale Skuola.net, su un campione di 1.500 allievi di scuola secondaria di primo e secondo grado, uno studente su sette prevede infatti di non aprire nemmeno un libro nel periodo estivo, neanche quello assegnato dai loro insegnanti per le vacanze estive.