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Dirigenti scolastici e leadership: dal modello “premi-punizioni” a quello basato sulle emozioni – Preparazione concorso Ds

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La guida per gli aspiranti dirigenti scolastici della Tecnica della Scuola: cosa bisogna sapere per superare il concorso in attesa del bando? Oggi parliamo di modelli di leadership.

Il concetto di leadership nasce con il sociologo tedesco Max Weber che definì l’autorità carismatica come potere legittimato sulla base di qualità personali eccezionali di un capo o come la dimostrazione di straordinario acume e successo, che ispira lealtà e condivisione tra i seguaci. Dopo Max Weber le numerose definizioni di leadership rimandano tutte, pur nelle diverse sfumature, al concetto iniziale.

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Il leader è colui che ha la capacità di guidare un gruppo al successo, riuscendo a motivare ogni componente e a fargli perseguire naturalmente e, quindi, senza costrizioni, gli obiettivi che sono stati individuati. Qui di seguito alcuni modelli di leadership.

La leadership trasformazionale

E’ ritenuto uno dei modelli di leadership più proficui all’interno delle scuole, in quanto considera molto importanti i fattori emozionali.

James MacGregor Burns, nel 1978, definisce il concetto di leadership trasformazionale come la capacità del leader di inculcare nei singoli e nel gruppo l’emozione del raggiungimento degli obiettivi, la fiducia in se stessi rendendoli via via autonomi nella gestione della complessità e guidandoli non solo a cambiare circostanze e fattori negativi, ma anche a crearne altri favorevoli.

Il leader trasformazionale è un leader carismatico, in grado di creare entusiasmo, di motivare il gruppo, di influenzare i desideri e le aspettative dei singoli, di favorire il coinvolgimento dei collaboratori in modo da indurli a perseguire gli obiettivi, nel nostro caso, della scuola.

Il leader trasformazionale intuisce anomalie e problemi, propone schemi diversi da quelli usati nel passato, per rispondere alle tensioni provenienti dall’ambiente interno ed esterno, sa creare un team e suscitare nei membri del gruppo la consapevolezza dell’importanza del lavoro di ognuno, sa creare relazioni vere con i propri collaboratori, sa mantenere alta l’attenzione sulle motivazioni e le aspirazioni di ciascuno.

La leadership transazionale

La leadership transazionale si fonda sul principio del sistema premio-punizione come leva per migliorare il rendimento dei dipendenti o collaboratori. I dipendenti eseguono puntualmente le indicazioni del leader e puntano al raggiungimento dei risultati attesi per potere fruire del premio ed evitare il rischio della punizione. La leadership transazionale, quindi, si basa su una negoziazione tra il leader e i dipendenti o collaboratori e su due concetti fondamentali:

  • i comportamenti delle persone sono condizionati dagli obiettivi che egli si pone, o che gli vengono posti;
  • i comportamenti positivi che aiutano a raggiungere gli obiettivi vanno valorizzati e ricompensati per far sì che vengano mantenuti nel tempo, mentre i comportamenti negativi, che allontanano dagli obiettivi, devono essere abbandonati tempestivamente e con severità.

Un esempio di leadership transazionale può essere quello di un docente che in classe dà riconoscimenti o “note di demerito” agli alunni che rispettivamente hanno fornito prestazioni positive o non positive.

La leadership emozionale

Secondo Daniel Goleman, Richard Boyatzis ed Annie McKee la grandezza di una leadership si fonda sulla capacità di far leva sulle emozioni e sull’abilità di orientare attraverso esse il team di lavoro.

Essere un buon leader vuol dire non soltanto avere ottime capacità intellettuali, ma anche sapere innescare sentimenti positivi, saper creare una risonanza che sprigiona la positività che c’è in ogni persona.

Il leader visionario è colui che crede nella sua vision e riesce a spostare il gruppo verso un sogno comune. Questo stile di leadership è utile soprattutto nei momenti nei quali la scuola, nel nostro caso, è chiamata ad affrontare cambiamenti significativi e radicali.

Scuola come comunità che apprende

Una comunità che apprende promuove e valorizza l’apprendimento come un processo di dialogo continuo, attivo e collaborativo tra insegnanti, studenti, staff, dirigente e genitori per migliorare la qualità dell’apprendimento e la vita nella scuola.

Mario Comoglio, docente emerito dell’Università Pontificia Salesiana Roma, promuove un modello di scuola come comunità che apprende, come comunità di pensiero, comunità di ricerca, comunità di valori, comunità di azione, comunità di pratica.

Pensarsi, vivere e agire all’interno della scuola come comunità che apprende significa contribuire ad alimentare nella scuola un diffuso senso di integrazione e di interdipendenza reciproca tra i docenti, tra le discipline, tra i docenti e gli alunni, tra i docenti e i genitori, tra i docenti e il dirigente.

La leadership funzionale

Questo modello di leadership è centrato sull’azione, pertanto il leader deve identificare e raggiungere l’obiettivo, costruire e mantenere ben saldo un team, sviluppare la motivazione e gratificazione di ogni componente del team attraverso la soddisfazione delle sue necessità. Questo comporta la condizione ineludibile di ottenere l’impegno e la lealtà di ogni componente, di potenziare il senso di orgoglio nell’appartenenza alla squadra e di lavorare insieme come squadra.

La leadership inclusiva

E’ uno stile di leadership che mette in risalto il valore di avere persone diverse nell’organizzazione e che considera la diversità come risorsa e non come ostacolo. Questo modello parte dal presupposto secondo il quale oggi le organizzazioni complesse hanno bisogno di una leadership non centrata sul singolo, ma condivisa, presente a tutti i livelli organizzativi, identificabile “nei molti” piuttosto che in una singola persona.

Una leadership che sia capace di gestire con successo i cambiamenti del mondo del lavoro, dinamica e pronta a cogliere il nuovo e a comprendere come esso possa apportare benefici, inclusiva e aperta alla diversità.

Alla base della leadership inclusiva vi è una struttura organizzativa che definisce dettagliatamente le responsabilità individuali e di gruppo, gli obblighi e le regole da seguire, le deleghe da affidare: la squadra viene prima del singolo ed è essa stessa a disposizione del singolo.

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