Mentre la bella ministra delle riforme Maria Elena Boschi si diletta ad assaggiare e gustare, durante la festa dell’unità di Zagarolo di venerdì sera, una prelibatezza culinaria locale a base di carne equina il “tordo matto”, esprime tutto il suo rammarico per il fatto che a Roma non è facile trovare la carne di cavallo.
Poveri equini dagli occhi teneroni, per la Boschi dovrebbero essere portati più copiosi al macello per deliziare il palato delle gentili dame del governo Renzi.
La frase pronunciata dalla ministra delle riforme ha destato lo sdegno dell’Ente nazionale protezione animali, che ha dichiarato: “Persa, da parte della Boschi, una straordinaria occasione per tacere, tanta insensibilità la dice lunga sulla sconnessione tra chi ci governa e i cittadini così infelicemente amministrati”.
Si può dire che il ministro Boschi è scivolata da cavallo, un animale forte e tenace che non vorrebbe finire a fettine sul banco del macellaio.
Il cavallo che resiste alla voglia famelica di un ministro delle riforme, potrebbe diventare il simbolo retorico dei docenti che si oppongono alla riforma della scuola, ritenuta, da chi né ha fatto un’analisi seria, un ulteriore taglio alla spesa dell’istruzione, mascherata da riforma per una buona scuola. E allora il motto di chi si oppone alla riforma della “buona scuola” o “pessima scuola”, a seconda dei punti di vista, è: “Campa cavallo che l’erba cresce”.
In buona sostanza gli insegnanti piuttosto che una riforma della scuola emanata senza risorse economiche immediate, volte a gratificare la funzione docente, preferiscono tirare a campare fintanto che l’erba crescerà. Non è pensabile approvare una riforma in cui si trovano carichi di lavoro maggiorativi che potranno essere ripagati economicamente soltanto a partire dal 2019. Una riforma dove subito vengono aboliti gli scatti d’anzianità, subito vengono richiesti carichi di lavoro aggiuntivi, sotto forma di maggiore impegno didattico, maggiore carico di aggiornamento e formazione, ed infine un maggior impegno in ordine di tempo per preparare l’organizzazione del lavoro.
Una riforma dove la logica di fondo è : “Lavora oggi, che se poi nei prossimi anni l’erba cresce forse riconosceremo i tuoi meriti”.
Ma il timore degli insegnanti di finire al macello, come dovrebbe capitare per i poveri cavalli che piacciono tanto alla Boschi, è evidente. Ma poiché gli insegnanti hanno il dono dell’intelligenza e della saggezza, e poi come si dice “a caval donato non si guarda in bocca”, si tengono strette le loro doti e dicono convinti : “campa cavallo che l’erba cresce”.
Quando ci saranno i soldi per riformare la scuola allora una riforma sarà possibile, altrimenti lunga vita a tutti i cavalli.