Sembrava messo definitivamente alle spalle, invece torna lo spettro del Covid. Per più di un esperto di pandemie non si tratta di allarmare nessuno ma solo di essere realisti. Uno di questi è Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica di Roma: non ha dubbi sulla ripresa dei contagi, proprio in corrispondenza del ritorno delle lezioni a scuola.
Il ritorno del Covid non è un’ipotesi
Sulle infezioni “non è solo un rischio ma una certezza che avremo una ripresa” di infezioni da Covid.
Il motivo, spiega all’Adnkronos Salute, è “legato al fatto che moltissime persone asintomatiche vadano in ufficio, a scuola, nei luoghi affollati, sui mezzi di trasporto con il Covid” essendo venuto meno l’obbligo di isolamento.
“O si capisce che contrastare il Covid significa anticiparlo attraverso misure di sanità pubblica oppure è chiaro che ci saranno, come in questo momento ci sono in altre parti del mondo, delle nuove ondate epidemiche”, conclude Ricciardi.
Più ottimista si è invece detto il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia: “Evitiamo allarmismi, noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti”.
Tornano in classe in 7 milioni, gli ultimi il 15 settembre
I numeri di alunni complessivi che, suddivisi nelle classi, si ritroveranno gomito a gomito sono in calo ma sempre imponenti: oltre 7 milioni di allievi.
Dopo l’inizio anticipato a Bolzano, la campanella suonerà per la prima volta lunedì 11 settembre in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta; il giorno dopo toccherà a Lombardia i ragazzi rientreranno in classe il giorno successivo. Il 13 settembre è il turno degli studenti di Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Il ritorno tra i banchi per gli studenti della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna è fissato al 14 settembre. Gli ultimi a riprendere le lezioni saranno gli allievi di Emilia Romagna, Toscana e Lazio, il 15 settembre.
Ogni scuola, è bene ricordarlo, ha però facoltà di deliberare l’avvio anticipato, motivandolo, rispetto all’indicazione della Regione di cui fa parte.
I raggruppamenti in classe, soprattutto nelle prime delle scuole superiori, composte da almeno 27 alunni, di certo non aiutano a combattere la probabile risalita dei contagi, anche per il diffondersi della variante Eris.
I presidi: evitare assembramenti
Meno tranquilli, invece, si dicono i presidi, che confidano nella distribuzione di mascherine e del gel disinfettante.
Occorre “evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola – ha detto Mario Rusconi, leader Anp Roma -. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel“.
Ad oggi, comunque, non esistono misure restrittive anti-Covid per le scuole. Una circolare il ministero della Salute raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della maggior parte delle infezioni respiratorie: indossare la mascherina, se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.