PRIMA E DOPO LA RIFORMA ‘69 | Anno scolastico | Candidati | Popolazione scolastica | N. Maturi |
% Maturi |
Prima | 1951-52 | 9.621 | 30.340 | 6.817 | 71,6 % |
Prima | 1960-61 | 11.597 | 52.994 | 8.274 | 72,6 % |
Dopo | 1970-71 | 34.486 | 236.361 | 31.253 | 90,6 % |
Dopo | 1975-76 | 62.834 | 333.852 | 58.561 | 93,2 % |
Dopo | 1979-80 | 66.313 | 329.491 | 62.069 | 93,6 % |
Dopo | 1980-81 | 62.528 | 323.000 | 61.924 | 94,5 % |
Fonte Istat 1982 |
E poi, dopo trent’anni, fu al volta del ministro Berlinguer che, come sempre, decise di rinnovare l’esame di maturità, prima di riformare la scuola secondaria superiore, con l’intenzione di introdurre maggiore “serietà”. Con la legge 425/1997 furono stabilite 3 prove scritte e colloqui su tutte le discipline.
Bene, pensarono in molti. E invece non fu così. Niente scrutinio di ammissione, niente terza prova nazionale, ma affidata ai commissari interni, criteri di calcolo del credito scolastico, chiaramente congegnati per arrivare abbastanza facilmente al massimo dei voti. inserimento di un bonus per aumentare il numero dei 100, una folle prova orale su otto-dieci materie, corredata dalla fantomatica tesina. Infine la legge modificò infine le commissioni d’esame, che divennero miste, metà interni e metà esterni con presidente esterno (max 4+4 e un presidente esterno ogni 2 commissioni).
Risultato: continuò a salire il numero dei promossi, superando il 95%, e anche più, tenendo conto dell’ammissione automatica.
E siamo al 2002, dove accade una cosa molto simile a quella che sta accadendo adesso. Altro che serietà e rigore, altro che selettività. L’importante è risparmiare. La finanziaria 2002 trasforma la commissione da mista a tutta interna con il solo presidente esterno. Non fu apportato nessun altro cambiamento, nemmeno agli elementi negativi sopramenzionati e già evidenziati. I risultati degli esami rimasero, e sono rimasti, sostanzialmente immutati, come si evince dalla tabella sottoriportata.
Con una aggravante: il mix fra diritti delle scuole paritarie, acquisiti con la L.62/2000, e commissione tutta interna ha ampliato a dismisura la piaga italica dei “diplomifici”. Il numero di privatisti che ottiene il diploma iscrivendosi per l’esame nelle scuole paritarie è passato da 198 nel 2000 a 15.167 nel 2004 (7500%), con un mare di massime votazioni contrapposte a quelle dei poveri alunni della scuola statale.
Nella famosa legge Delega 53/03, viene introdotta una consistente novità, di cui ancora oggi si attende l’attuazione: la combinazione di prove interne, gestite dalla commissione d’esame, e di prove esterne, gestite dall’INValSI.
L’art.3 comma 1c) recita: “l’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione considera e valuta le competenze acquisite dagli studenti nel corso e al termine del ciclo e si svolge su prove organizzate dalle commissioni d’esame e su prove predisposte e gestite dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell’ultimo anno.”
Ma durò poco anche questa soluzione. nel 2006, con Fioroni, c’è un ritorno alle Commissioni miste, commissari interni ed esterni.
Una riforma che “restituisce alla scuola un esame di Stato credibile di fronte all’Università e al mondo del lavoro”., la definì l’allora ministro, con l’ammissione all’esame per gli studenti che avranno superato lo scrutinio finale e saldato i debiti formativi contratti negli anni scolastici precedenti, la modifica dei punteggi di valutazione finale, con il credito scolastico che passa da 20 a 25 punti e il colloquio che scende da 35 a 30 punti. E infine il ripristino delle commissioni d’esame miste, composte per metà da commissari interni e per metà esterni, oltre al Presidente esterno al quale potranno essere affidate non più di due classi.
Le ultime novità le porta, nel 2010, Mariastella Gelmini: per essere ammessi all’Esame di Stato, bisogna avere la sufficienza in tutte le materie, cioè non basta più la media di 6. Inoltre, per i privatisti, è previsto un esame di ammissione all’Esame di Stato.
E infine siamo qui: già da giugno 2015 i membri esterni, i prof spauracchio per garantire l’imparzialità della prova, saranno aboliti. Le commissioni saranno composte solo dal presidente e da tutti e sei i commissari interni, cioè tutti i docenti che conoscono bene gli studenti . Per motivi economici, mica per altro.
La storia dell’esame di stato: storia di una impossibile ricerca della serietà. O meglio storia di un progressivo annullamento delle sue finalità selettive, fino ad arrivare, nel 2015, a un mondo sans souci. Meglio così?