Sabato 7 ottobre la Cgil e più di cento associazioni si daranno appuntamento in piazza a Roma sotto lo slogan “La via maestra, insieme per la Costituzione“. Sono due i cortei previsti: partiranno alle ore 13.45 da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani per confluire a piazza San Giovanni.
Per le strade della capitale dovrebbero sfilare circa 100 mila partecipanti: lo faranno, spiega la Cgil, per mandare un segnale “per il lavoro, contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità e la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare”.
Per la scuola, come in tutti i settori pubblici e della conoscenza, si chiederà di approvare un piano straordinario di assunzioni. Inoltre, si chiederà di rinnovare i contratti nazionali detassando gli aumenti.
A San Giovanni dalle ore 15.00 si susseguiranno circa quindici interventi dal palco di alcune delle associazioni promotrici. A prendere la parola, tra gli altri, Don Ciotti, Gustavo Zagrebelsky, Rosy Bindi e Matteo Ricci, il sindaco di Pesaro.
All’iniziativa del 5 ottobre hanno aderito anche i sindaci di Ali, Lega delle Autonomie Locali Italiane. Tra le associazioni ci saranno Acli, Action Aid, Anpi, Arci, Emergency, Greeepeace, Gruppo Abele, Legambiente, Rete degli studenti medi.
Alle ore 17 circa prenderà la parola il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che chiuderà la manifestazione: una iniziativa che anticipa le “mosse” del Governo Meloni che nelle prossime settimane porteranno alla realizzazione della Legge di Bilancio 2024.
È probabile che lo stesso leader del primo sindacato italiano annunci, come del resto ha già fatto negli ultimi giorni, che qualora gli interventi del Governo non dovessero essere allineati, almeno in parte, alle aspettative del sindacato e delle associazioni, si andrà incontro ad una mobilitazione più intensa. Fino allo sciopero generale.