Nel 2024 nelle scuole italiane tra il 4 e l’11 febbraio si svolgerà quasi certamente la “Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”: l’11 ottobre la proposta di legge ha avuto, in prima lettura, il via libera della Camera con 281 sì e nessun voto contrario. Il rilancio delle discipline Stem (acronimo dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) si attuerà anche, sempre ad inizio febbraio, con la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza” e servirà a sensibilizzare e stimolare l’interesse per tali materie. Ora il testo approvato passa all’esame del Senato.
Nel testo, si prevedono percorsi stabili di orientamento post-scolastico; di orientamento della didattica, sin dai primi gradi d’istruzione, verso l’acquisizione di competenze Stem; promozione di corsi di formazione per il personale scolastico; iniziative extrascolastiche per stimolarne l’apprendimento alle elementari e alle medie; incontri e giornate di orientamento per le superiori; borse di studio; percorsi formativi per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro, in particolare delle donne.
Inoltre, il ministero dell’Università e della Ricerca promuoverà cerimonie, incontri e iniziative in scuole e università e nei musei scientifici.
“Stem è il campo meno scelto dai giovani: solo 1 su 4”, ha sottolineato Marta Schifone, prima firmataria della pdl. Su 100 laureate, solo 16 scelgono queste carriere anche perché hanno ricevuto un messaggio distorto da piccole che “si tratta di percorsi troppo difficili” e “non da donne”.
Antonio Caso (M5S) ha contestato il fatto che “stanziare fondi” per l’istituzione della Settimana “per il solo anno 2024 rende un po’ vano il tutto”.
Pentastellati e Pd-Avs pur votando a favore del pdl, si dispiacciono perché è stato respinto l’emendamento che puntava ad istituire un Fondo di 500mila euro “per invogliare – come spiega Anna Laura Orrico (M5S) – i comuni a realizzare monumenti o riconoscimenti per le donne impegnate nelle discipline scientifiche”.
Michela Di Biase (Pd), ha contestato anche la bocciatura di emendamenti che “avrebbero agevolato di più la presenza delle donne” nel mondo scientifico perché ad oggi “quelle che fanno una scelta Stem sono la metà degli uomini”.
La ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, non nascondo la sua soddisfazione per l’approvazione all’unanimità alla Camera della proposta di legge: “I percorsi di formazione di natura scientifica e tecnologica – aggiunge – assumono, nell’attuale mondo del lavoro, una rilevanza strategica assoluta per la crescita e il futuro del nostro Paese”.
Anche la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone si dice felice per l’approvazione: “La crescita delle competenze nelle discipline Stem è una sfida che l’Italia deve giocare al massimo delle sue possibilità. Il mercato del lavoro chiede persone specializzate in queste materie e iniziative di orientamento e sensibilizzazione verso le discipline tecnico-scientifiche, come la settimana nazionale delle discipline Stem, sono le benvenute perché ne promuovono la conoscenza e le opportunità occupazionali che possono riservare, soprattutto a giovani e donne”.
L’approvazione è stata commentata anche da Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità: “I dati dimostrano l’importanza delle materie Stem nel mondo del lavoro e, in quest’ambito, quanto le donne possano eccellere in tali materie e nelle professioni collegate e quali gap invece persistano sia nei percorsi di studio che nelle prospettive di carriera. Per questo la proposta di legge approvata oggi in prima lettura alla Camera è un passo importante”.
“La conoscenza delle materie tecnico-scientifiche – ha rimarcato Paola Frassinetti sottosegretario all’Istruzione ed al Merito – è importante e necessaria in ambito lavorativo e tecnologico. Acquisire la preparazione necessaria nelle materie Stem, grazie ad una settimana ad esse dedicata, aiuterà molti studenti a scegliere con maggior consapevolezza la propria strada”.
Secondo il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, “i dati parlano chiaro: meno di un quarto dei laureati italiani (24,5%) ha studiato materie Stem, una percentuale inferiore alla media europea. Di contro, il 44% delle imprese dichiara di avere già avuto difficoltà a trovare profili professionali con background Stem”.