L’incontro si è svolto proprio nella città del Presidente del Consiglio, dove il Gilda manifesterà il 23 novembre prossimo. Sul metodo di consultazione messo in atto dal Governo, Di Meglio afferma: “In democrazia esiste il diritto di ascolto. I sindacati, i partiti, le associazioni sono dei raggruppamenti di cittadini che esprimono delle opinioni, più o meno diffuse, che qualunque Governo, in regime democratico, ha il dovere di ascoltare”.
Ma il punto focale del discorso di Di Meglio è stato un altro. Quale valore giuridico ha il tanto sbandierato piano La buona scuola? Cioè “come si fa in un’importante legge dello Stato (la finanziaria) a citare un atto (La buona Scuola) che giuridicamente non esiste?”
E’ una bella domanda. La buona scuola è semplicemente un piano messo in internet e sottoposto all’attenzione del vasto pubblico. Giuridicamente non è nulla perchè per essere un atto giuridico dovrebbe perlomeno essere stato approvato dal Consiglio dei ministri. Ma dove, quando?
Siamo arrivati, conclude Di Meglio, a un punto aberrante: una legge dello stato fa riferimento a un piano che non è nulla, che non ha nemmeno lo status più basso nella gerarchia degli atti ministeriali, quello di circolare.
Eppure quasi quasi questo rutilante documento è diventato una sorta di Bibbia nazionale. Intanto le consultazioni si chiuderanno il 15 novembre. Speriamo che nel frattempo la Buona scuola abbia acquistato un’aura maggiore…