È già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo“: sono stati aumentati “considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole”. A scriverlo sui social è stata la premier Giorgia Meloni commentando il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin, a seguito del quale il ministro Giuseppe Valditara ha chiesto di fare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore della ragazza e di tutte le donne abusate e vittime di violenza.
La presidente del Consiglio ha tenuto anche a dire che “ogni singola donna uccisa perché colpevole di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie”.
A chiedere provvedimenti rivolgendosi direttamente alla premier era stata la segretaria Pd, Elly Schlein: la richiesta della dem di una legge che introduca educazione al rispetto e all’affettività nelle scuole, però, ad oggi non ha sortito effetto. “Mettiamo da parte lo scontro politico – ha detto Schlein a In Mezz’ora, su Rai Tre annunciando anche una contromanovra di Bilancio con proposte su scuola, sanità, salari – , ancora non ho avuto risposte, ma noi ci siamo, torneremo a cercare uno spazio di lavoro comune. Bisogna lavorare sulla prevenzione, di segnali non ne abbiamo avuti, ma questo è il momento”.
La numero uno del Pd ha spiegato di essersi “rivolta a Meloni per dire almeno su questo mettiamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo in avanti al Paese. La repressione non basta, per sradicare la tossica cultura patriarcale, bisogna partire dall’educazione al rispetto e all’effettività nelle scuole. Ho chiesto a Meloni di approvare insieme una legge”.
Il silenzio della premier alla proposta della segretaria del Pd potrebbe essere dettato dal fatto che il Governo sta agendo già su questo fronte. Oltre al ddl per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo in programma in settimana a Palazzo Madama, vi sono anche altri progetti legislativi.
“La Lega – ha detto Laura Ravetto, deputata della Lega e Responsabile dipartimento Pari Opportunità – ha già pronta una pdl a mia prima firma per l’insegnamento dell’educazione al rispetto delle donne nelle scuole. Una misura di buonsenso che, mi auguro, sia sostenuta anche dalle opposizioni, a partire dalla Schlein che solo adesso ha deciso di intervenire con una proposta simile a quella su cui noi abbiamo già lavorato. Auspico che in tempi brevi sia calendarizzata in commissione alla Camera”.
Secondo Massimiliano Capitanio Commissario Agcom e promotore della legge che ha reintrodotto l’educazione civica nelle scuole, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin “si è aperto, comprensibilmente, un dibattito sulla necessità di nuove norme ma la legge per intervenire con urgenza c’è già ed è la 92/2019, quella che ha reintrodotto l’educazione civica obbligatoria e curricolare nelle scuole”.
Capitanio ricorda che “si tratta di 33 ore all’interno delle quali si possono e si devono ricavare moduli per educare al rispetto del prossimo. L’educazione civica prevede proprio questi percorsi, la formazione dei docenti e il dialogo con le famiglie”.
Sull’ultimo femminicidio si sono espressi anche altri esponenti del Pd. “La tragedia di Giulia Cecchettin è l’ennesimo pugno allo stomaco per l’intera società”, ha detto dice Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e del Pd.
Anche lui pensa “che davanti a questo la politica debba unirsi: non nella retorica ma nell’azione concreta e a tutti i livelli, dal Parlamento al più piccolo dei Comuni. E penso che la società debba mobilitarsi, in ogni piazza, scuola, luogo di lavoro o di svago. Perché la questione riguarda tutti noi, nessuno escluso”.
“Con ogni evidenza – continua – non si sta facendo abbastanza né come istituzioni né come società per estirpare la violenza maschile sulle donne. E per aiutare le donne che chiedono ascolto, aiuto, protezione, sostegno. La forza di denunciare può esserci solo lì dove si ha certezza di essere protette e accolte, non certo ignorate e colpevolizzate. E questo ha a che fare anche con tutti noi: adulti che educano figli tramandando quel retaggio di maschilismo e patriarcato che infetta i rapporti tra le persone”.
Secondo Valentina Ghio, vicepresidente Pd alla Camera e componente della Commissione parlamentare d’inchiesta contro i femminicidi e le violenze di genere, quello di Giulia Cecchettin “è un orrore che non si può più sopportare” con “un dolore immenso per i suoi cari. L’arresto di Filippo Turetta non esaurisce il percorso che la società deve con urgenza intraprendere con un grande cambiamento culturale”.
“La violenza degli uomini contro le donne purtroppo, permea profondamente la nostra società senza distinzioni di età, istruzione, condizione economica. È il momento di dire basta e di salvare la vita delle donne, di tutelarne autonomia e speranze. Bisogna mettere in atto percorsi educativi nelle scuole sin dai primi anni di scolarizzazione e nella società per una cultura del rispetto e della parità, per sconfiggere gli stereotipi di genere che alimentano la violenza”.
“Abbiamo presentato proposte di legge sul tema dell’educazione all’affettività e al rispetto nelle scuole di ogni ordine e grado per coinvolgere l’intera comunità educante”, conclude l’on. Ghio.