Anche il professor Enrico Galiano è intervenuto sulla triste vicenda di Giulia Cecchettin, la giovane donna, barbaramente uccisa dal suo ex fidanzato, e il cui corpo è stato ritrovato dopo una settimana in un canalone fra il lago di Barcis e Piancavallo.
E lo fa con un post su Facebook, con il quale vuole ribadire l’impegno della scuola nell’educare, nel parlare, nell’insegnare rispetto ed empatia.
“Lo facciamo, eccome se lo facciamo. – scrive Galiano – Ne parliamo, eccome se ne parliamo. Da anni, non da oggi. Ma sapete come ci sentiamo, ogni volta? Come quelli che scrivono sulla sabbia. La scuola ce la mette tutta per insegnare rispetto ed empatia, ma poi quelli tornano a casa, tornano per strada, e lì hai la sensazione come di una marea che ti cancella tutto. Poi ricominci eh. Il giorno dopo di nuovo lì, a scrivere, tenace e anche un po’ matto. Ma sulla sabbia, però.Una morale, se c’è, è questa: non diamo la colpa alla sabbia, ma chiediamoci, tutti, se non siamo anche noi parte di quel mare“.
Non sono mancati, come sempre, i commenti, per lo più concordi.
Tra questi c’è chi tuttavia sottolinea il ruolo della famiglia: “Giusto. Però anche le famiglie sono molto sole, a volte sono disagiate, a volte sono svantaggiate, a volte sono agiate ma con poca armonia oppure con interesse più al denaro e ai beni materiali, a volte sono sfortunate, perché capita che abbiano un componente con problemi di salute, fisica e mentale. Insomma, non è facile nemmeno per le famiglie, perché viviamo in uno Stato dove non sempre le cose funzionano bene, dove non sempre c’è il supporto adeguato, dove manca la fiducia nelle istituzioni, dove spesso si sospetta che non sempre le cose vengano fatte in modo trasparente, ecc. Allora subentra una sorta di scoraggiamento che, chissà, potrebbe affliggere gli stati d’animo e portare a compiere gesti insani“.
Altri spostano l’attenzione sulla responsabilità individuale: “Però anche buttare le colpe nel calderone non porta a nulla. È vero, dobbiamo fare una riflessione generale, ma bisogna anche capire che è l’individuo a doversi assumere la responsabilità di ciò fa o non fa. Dare le colpe a destra e a manca non fa altro che creare alibi.Agire sull’onda dell’emotività non porta mai niente di buono e nemmeno dividere il mondo in buoni e cattivi soprattutto se la divisione netta, senza sfumature, viene fatta in base all’attimo“.
Chi ancora accenna al mondo fuori da scuola e alla musica che ascoltano i ragazzi: “Oltre alle famiglie e alle scuole cerchiamo di guardare anche a cosa seguono i giovani nel mondo social … canzoni come “te sei solo mia , mai più di nessuno” o “io ti amazzo solo se parli con lei ” e la lista è lunga…“