L’agenzia Adnkronos riferisce che il ministro Giannini, commentando gli esiti della consultazione on line, ha detto: “La proposta in cima alla ”classifica” attualmente riguarda la possibilità di inserire un pedagogista e un educatore in ogni scuola. Specialisti che assistano studenti e famiglie nelle situazioni difficili. Un supporto anche per i prof, per sostenerli ad affrontare al meglio le problematiche più complesse che incontrano ogni giorno”.
Abissale la distanza tra il modello di scuola sotteso all’asserzione e la struttura decisionale dell’istituzione scolastica.
Sorprendente la disattenzione al significato delle parole.
Uno sfregio alla dignità del lavoro del docente.
L’educazione è il fine ultimo del sistema scolastico.
L’educazione è la responsabilità primaria di chi opera nella scuola, il carattere fondante la professionalità docente.
L’educazione è un processo articolato che la legge scandisce:
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Il Consiglio di Circolo/di Istituto delibera “i criteri generali della programmazione educativa”;
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Il Collegio dei docenti “Cura la programmazione dell’azione educativa”;
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Il Consiglio di classe realizza il “coordinamento didattico e i rapporti interdisciplinari” per uniformare gli insegnamenti e orientarli verso i traguardi indicati dal Collegio.
Il comportamento di un ministro, di fronte alla richiesta formulata da alcuni docenti di delegare a terzi l’oggetto del mandato ricevuto, non avrebbe dovuto essere quello della condivisione ma del richiamo al rispetto delle regole.