La prima fase della “battaglia” sul dimensionamento scolastico si è di fatto conclusa: nelle ultime ore il Consiglio di Stato si è espresso anche sulla vicenda della Campania.
Il ricorso presentato dalla Regione guidata da Vincenzo De Luca è stato respinto e a questo punto non ci sono più motivi per rinviare ulteriormente l’attuazione delle misure previste dalla legge finanziaria approvata lo scorso mese di dicembre.
Per la verità, negli ultimissimi giorni (ma la sentenza del Consiglio di Stato non era ancora stata resa nota) dalla Regione Campania facevano sapere di non aver minimamente intenzione di attivare il Piano e di voler resistere fino all’ultimo.
Il punto è che non è molto chiaro come, nel concreto, le Regioni possano contrastare l’applicazione della norma tenuto anche conto di quanto dice lo stesso Consiglio.
E’ vero – ha ribadito la stessa Corte Costituzionale – che le regioni dispongono di una certa “libertà” organizzativa ma è anche altrettanto vero che dirigenti scolastici e dsga sono dipendenti dello Stato che ha il diritto/dovere di stabilire gli organici da assegnare ai diversi territori.
Con quegli organici, poi, le Regioni possono autonomamente decidere come organizzare il servizio scolastico.
In pratica: se un Regione decide di mantenere in vita istituzioni scolastiche con un numero ridotto di studenti è libera di farlo ma deve sapere che questa scelta comporterà di avere sedi con un numero più alto di alunni, in modo da rispettare il parametro medio stabilito a livello nazionale.
Il problema è complicato dal fatto che da almeno 10 anni in diverse regioni del sud sono state attuate poche misure di dimensionamento, creando così sperequazioni importanti a livello territoriale.
Tanto è vero che in alcune regioni del nord applicando i parametri previsti dalla legge sarebbe possibile, nell’immediato, aumentare addirittura il numero di sedi scolastiche.
Al contrario ci sono regioni (Campania, Calabria e Sicilia) con sedi già ora sottodimensionate rispetto ai parametri attuali.
In Calabria, le scuole sottodimensionate sarebbero quasi il 20%, secondo quanto riporta un servizio di Italia Oggi.
Viva soddisfazione è stata espressa in merito dal ministro Valditara: “Con questa ulteriore decisione si conferma l’assenza di ragioni ostative alla prosecuzione del processo di attuazione del dimensionamento, anche da parte della Regione Campania, sulla base delle norme vigenti, che peraltro hanno proprio di recente superato il vaglio di costituzionalità nei giudizi promossi da parte delle regioni Toscana, Emilia-Romagna e Puglia”.