Sta creando più di un imbarazzo la decisione della Commissione Bilancio della Camera di allargare il piano straordinario di 150mila assunzioni nella scuola anche al personale non docente: la V Commissione ha infatti approvato un emendamento alla Legge di Stabilità, riformulato e a prima firma Maria Coscia (Pd), che prevede che la stabilizzazione non sia più limitata ai docenti.
La notizia era nell’aria, visto che prima della sua approvazione era stata anticipata dal Sole 24 Ore. Ma qualcosa nella riformulazione finale deve essere andato storto. Almeno a sentire la prima firmataria dell’emendamento, l’on. Coscia: “non è nelle nostre intenzioni – ha detto Coscia – ampliare ai non docenti” la stabilizzazione ma il “nostro intendimento è quello di introdurre la formazione per i docenti e i dirigenti”. “Provvedimenti successivi – ha detto ancora l’on. Del Pd – chiariranno questo punto che può essere ambiguo così come formulato”.
La sottolineatura dell’on. Coscia non farà di certo piacere al personale non docente. Nei giorni scorsi da più parti si erano alzati cori di protesta, in particolare a nome del personale Ata, per la mancata inclusione nel vasto piano di immissioni in ruolo. In particolare, proprio ieri, 17 novembre, l’Anief chiedeva il “motivo per cui sia nel piano Governo della ‘Buona Scuola’, sia nella Legge di Stabilità, non vi sia traccia di personale amministrativo, tecnico e di collaboratori scolastici. La loro presenza stabile nella scuola, oltre un diritto, risulta infatti fondamentale ai fini didattici ed organizzativi, tanto che senza il lavoro dei quali il nostro sistema di istruzione non potrebbe funzionare. Ma nella legge di bilancio di fine 2014 si parla solo di “realizzazione di un piano straordinario di assunzioni” dei 150mila “docenti” (articolo 3). Come nella bozza di riforma del settore si punta su “carriera” e “merito”, oltre che su un piano di assunzioni, sull’indizione di “un nuovo concorso” e di “aggiornamento e di formazione in servizio” (capitolo 2), ma sempre e solo riservati al corpo docente”.
“Si tratta di una ‘dimenticanza’ davvero inspiegabile: poiché quest’anno – continua l’Anief – sono state assegnate circa 19mila supplenze, tra annuali e fino al termine delle attività didattiche, sottraendovi i 2.020 posti, per assicurare allo Stato “una riduzione nella spesa di personale pari ad euro 50,7 milioni a decorrere all’anno scolastico 2015/2016” (comma 10, art. 28 della Legge di Stabilità 2015 ora all’esame della Camera), resta da capire cosa attende il Governo per annunciare e procedere ai decreti di assunzione di 17mila precari”.
Tra l’altro, ha ricordato il presidente Anief, Marcello Pacifico, “il paradosso è che cinque anni fa ad avviare la causa alla Corte di Giustizia dell’Ue contro l’abuso di precariato, furono proprio dei lavoratori Ata: se l’Italia, come probabile, verrà condannata per la mancata adozione della direttiva UE 1999/70/CE e costretta ad assumere a titolo definitivo quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, lo si dovrà così anche a loro. A quella categoria di dipendenti della scuola che però – conclude Pacifico – ad oggi non risulta ancora inserita nel piano di stabilizzazione”.