Dopo la lettura del documento sulla “Buona Scuola”, provo solo disagio e tanta rabbia!
La riforma che doveva stupirci, meravigliarci è solo un insieme di copia/incolla di tante pubblicazioni psicopedagogiche. Ma a parte questo, il documento è pervaso da “indicazioni” su come dovrà esprimersi la nostra professionalità. Questa dovrà essere certificata da una serie di “ nuove” attività e azioni didattiche, formative e professionali. L’aggettivo nuove l’ho inserito tra parentesi.
Questo è il messaggio che ho colto, leggendo la parte dei crediti. Sembra quasi che in questi anni gli insegnanti abbiano fatto altro. Eppure Renzi, dovrebbe chiedersi perché la scuola dell’infanzia e primaria sono ancora il fiore all’occhiello del nostro sistema formativo.
Ritiene forse che gli alunni riescano a conseguire buoni risultati perché inseriti in contesti di autoapprendimento, nei quali l’adulto presente – l’insegnante – svolga solo compiti di vigilanza e assistenza? Mi spiace smentirla, Presidente Renzi, non è così.
Da sempre la maggior parte degli insegnanti svolgono una funzione di facilitatori nel processo di apprendimento, proponendo una didattica curricolare e progettuale di qualità, supportata da un robusto bagaglio culturale e professionale, acquisito spesso in condizioni non ottimali – corsi di aggiornamento pomeridiani – e pagati di tasca propria… Le sue “indicazioni” le percepisco esclusivamente nei suoi aspetti quantitativi.
In altri termini, intende finalmente farci lavorare , come se in classe finora siamo entrati solo per leggere il giornale o per sbrigare qualche nostra faccenda personale. Mi creda noi insegnanti abbiamo tanta professionalità da presentare a lei e ai suoi “esperti di scuola” che probabilmente da anni non frequentano un’aula. Ci stupisca, invece, Presidente Renzi: firmi un contratto che riconosca tutta questa professionalità non valorizzata – leggo da un dizionario: valorizzare significa far aumentare il valore economico di qualcosa o qualcuno – in questi ultimi anni e mantenendo per tutti gli scatti di anzianità.
Ci stupisca, Presidente Renzi: rompa con il recente passato, che si chiama Gelmini, Tremonti e Brunetta che percepivano la scuola come uno “spreco” o i suoi lavoratori come dei “ fannulloni” da punire, ripristinando Il tempo pieno con la grande risorsa delle compresenze (legge 820/71) e i moduli ( legge 148/90 ). Le ricordo, Presidente Renzi, che queste riforme hanno consentito alla scuola primaria italiana di essere apprezzata nei contesti internazionali, anche per il suo carattere inclusivo.
Ci stupisca, ancora Presidente Renzi: restituisca alla scuola almeno il 30% degli otto miliardi, prelevati forzatamente dalla coppia Tremonti-Gelmini (2009).
Ci stupisca, inf ine, proponendo a chi intende lavorare di più nella scuola – io sono tra questi – un riconoscimento adeguato all’impegno che non può essere la misera somma di 60€. Concludo: per una “ Una Buona Scuola” occorre avere “ insegnanti motivati ”.
Diversamente non si va da nessuna parte. Si resta, nella migliore delle ipotesi fermi E questa non è una buona notizia per un Paese che non è stato benedetto dalla natura con risorse come il petrolio, i diamanti, l’oro… Il suo “petrolio” è la conoscenza!!! La sua mancata valorizzazione ci obbligherà ad osservare gli altri paesi dalle ultime fila.