Sono una docente di “Diritto” laureata in Giurisprudenza, amo la Costituzione Italiana, legge fondamentale del nostro Stato, cerco di trasmettere ai miei alunni i valori ed il riconoscimento dei diritti fondamentali da essa tutelati e continuamente violati; in particolare l’art. 36 della Costituzione prescrive che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e dev’essere costantemente adeguata al costo della vita e garantire il sostentamento” .
Anch’io sono una docente precaria e sopravvivo da anni con questa incertezza economica; nonostante ciò mi ritengo fortunata perché rispetto ad altri colleghi lavoro vicino casa ed ho il sostegno della mia famiglia.
Ringrazio Dio per non dover ricorrere a preferenze o Legge 104 perché in salute, né ho mai pensato di ricorrere ad altri mezzi per stabilizzare la mia situazione; molti docenti hanno preferito abilitarsi sul sostegno pur di insegnare ed avere lo stipendio ma io preferisco essere coerente con il mio percorso di studi e di vita.
Anche quest’anno milioni di docenti precari si ritrovano con le tasche vuote in quanto non ricevono lo stipendio dal mese di settembre; sono innumerevoli le segnalazioni nei gruppi NOIPA su Facebook, ove da circa un mese non è più possibile visualizzare le pagine relative alle rate in pagamento, ai contratti o al TFR.
Ci sono casi disperati di docenti che fanno tanti km dovendo anticipare spese e che non riescono ad arrivare a fine mese, altri che devono ricorrere a finanziamenti o prestiti, altri che sono costretti a chiedere aiuto ai genitori e/o alle famiglie; nel frattempo, vengono finanziati progetti, Tutor e quant’altro anziché risolvere quest’annoso problema che da anni affligge la categoria dei docenti precari.
Ho cercato di capire le varie fasi contattando i soggetti interessati: secondo le Ragionerie territoriali bisogna contattare NOIPA o le scuole, secondo i DSGA delle scuole e NOIPA non si possono autorizzare i pagamenti fino a quando risulta l’incapienza dei fondi nei capitoli di spesa; pertanto, la sopravvivenza e la dignità di milioni di docenti precari dipendono dal MIUR che prima li assume e poi non riesce a rispettare le condizioni contrattuali non essendo in grado di reintegrare nei termini di legge la disponibilità dei fondi nei rispettivi capitoli di bilancio.
Concludo citando l’articolo 3, uno degli articoli più importanti della Costituzione, che afferma il principio di uguaglianza e dignità sociale di tutti i cittadini, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali, assegnando alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del Paese”; l’augurio per il nuovo anno è che il lavoro dei docenti precari venga riconosciuto a tutti gli effetti alla stregua dei docenti ruolo, con lo stesso trattamento giuridico ed economico, soprattutto perché ogni anno hanno il merito di contribuire al funzionamento della scuola italiana che senza il loro supporto non potrebbe andare avanti.
Monica Vercelli