Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tra i più ricchi del governo Meloni: il dato è contenuto nella documentazione patrimoniale dei redditi 2023 presentata dalla squadra di governo e pubblicata sui siti internet di Camera e Senato. Il portafoglio annuale del numero uno del dicastero bianco ammonta a 262.370 euro, ben 50 mila euro in più rispetto al 2022 quando gli euro si fermavano a circa 212 mila.
Il più ricco della squadra di governo è un viceministro, quello all’Economia, Maurizio Leo, di Fratelli d’Italia: il numero due di Giorgetti ha dichiarato oltre 2 milioni e 800 mila euro, in linea con l’anno precedente.
Guido Crosetto, responsabile della Difesa ha dichiarato un reddito di 895.588 mila euro. Seconda, Daniela Santanché, a capo del dicastero del Turismo, si attesta sui 298.638 euro: nel 2023 Santanché ha specificato di aver venduto le quote di Visibilia concessionaria e tutto il pacchetto azionario delle quote del Twiga, mentre non si citano più una casa a Milano e un terreno a Torino.
Santanché ha portato a casa poco più della premier Giorgia Meloni, che in un anno ha raddoppiato i compensi: da circa 160 mila euro del 2022 ai 293.531 euro con una casa venduta e un’altra acquistata nel frattempo.
Subito dopo il podio, come detto, si piazza il professore Giuseppe Valditara. A seguire Elisabetta Casellati, ministra per le riforme istituzionali, con 235 mila euro; poi la ministra del Lavoro, Marina Calderone, con 232 mila euro e il Guardasigilli, Carlo Nordio con quasi 210 mila.
Da quelle “parti” si colloca anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci con circa 227 mila euro annui.
Sotto i 200 mila euro si colloca il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, (174 mila), mentre il capo del Viminale, Matteo Piantedosi, ha dichiarato 163 mila euro.
Il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, si “ferma” a 101 mila euro: tre mila euro in meno rispetto alla denuncia dell’anno prima che comprendeva un fabbricato a Roma e un’auto con noleggio a lungo termine.
Il più ‘povero’ è Raffale Fitto, a capo del dicastero per gli Affari europei, con appena 22.221 mila euro: un reddito annuo in realtà viziato dal fatto che fino al 12 ottobre 2022 (prima cioè di diventare ministro e ‘mister Pnrr’), l’ex governatore pugliese fosse europarlamentare per cui le indennità di Bruxelles hanno un regime di tassazione comunitario parallelo a quello nazionale.
In mezzo tutti gli altri. Al limite dei 50 mila si attesta il ministro siciliano Nello Musumeci che dimezza il suo budget di introiti annuali: nella denuncia del 2022 era di 106 mila euro, citando fabbricati e terreni in Sicilia.
Per il vicepremier Antonio Tajani il reddito si ferma a quasi 77 mila euro (circa 20 mila in meno nel 2022), mentre il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si trova a quasi 100 mila euro (in calo rispetto agli oltre 115 mila dell’anno precedente). Come pure il numero uno del Mef, il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, che ha denunciato 99 mila euro, senza variazioni rispetto al 2022.