Home Alunni Il Liceo del Made in Italy non decolla neanche in Piemonte

Il Liceo del Made in Italy non decolla neanche in Piemonte

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Dal Piemonte arriva un’ulteriore conferma che il Liceo del Made in Italy, in Italy sembra non attecchire. Come riportato dalla redazione torinese del quotidiano La Repubblica, in Piemonte soltanto tre istituti hanno aderito alla proposta del Ministero dell’Istruzione e del Merito: L’IIS Cobianchi di Verbania, l’istituto paritario Don Bosco di Borgomanero e l’ISS Soleri-Bertoni di Saluzzo. Nessuna scuola a Torino, né ad Asti, Alessandria, Biella, Novara.

Delle tre scuole sopra citate, soltanto il Cobianchi di Verbania ha messo in grande evidenza nella home page del suo sito web il nuovo indirizzo, con uno speciale Open day dedicato il 25 gennaio. Nei siti delle altre due scuole, ad oggi, non c’è traccia del nuovo liceo del made in Italy che dall’anno prossimo proporranno alla loro utenza.

Il Liceo del Made in Italy – che come spiega a Repubblica Stefano Suraniti, direttore dell’Ufficio scolastico del Piemonte – “ha l’obiettivo di integrare in un unico percorso formativo le conoscenze e competenze tipiche dell’eccellenza italiana in vari settori, al fine di rispondere alle dinamiche del mercato del lavoro e di incentivare la creatività e l’innovazione”, pare non abbia convinto affatto dirigenti e docenti che in Collegio dei docenti lo hanno bocciato.

Se a Nord-Ovest la situazione è questa, a Nord-Est non cambia di molto: l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto fa sapere dal suo sito che anche lì le scuole che hanno deciso di adottare il nuovo liceo sono tre, due tra Verona e provincia e una a Oderzo, in provincia di Treviso.

A nulla vale la polemica lanciata dall’assessora all’Istruzione della Regione Veneto che avrebbe attribuito ai docenti e alla CGIL la responsabilità dell’insuccesso del Liceo Made in Italy perché le bocciature si sono verificate su tutto il territorio nazionale. La spiegazione più semplice è che i docenti e i dirigenti non se la siano proprio sentita di lanciarsi in una sperimentazione al buio, con un progetto vago e privo del piano di studi del triennio, e con in più la prospettiva di togliere sezioni a un Liceo Economico Sociale già rodato e apprezzato da studenti e famiglie.