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Rischia sospensione per intervista, lo studente: “Nulla che non ridirei. Ma sono dispiaciuto, può influire sulla maturità”

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Sta facendo discutere non poco la vicenda dello studente di un istituto di Modena che rischia di essere sospeso per dodici giorni per aver rilasciato un’intervista video ad un giornale in cui elencava le criticità della vita scolastica. Il caso è esploso proprio in questi giorni.

A commentare la vicenda è stato ora il legale dello studente stesso, rappresentante d’istituto, come riporta Ansa. Il ragazzo sta frequentando la quinta e a giugno dovrebbe sostenere l’esame di Stato, ora teme che la sospensione possa influire: “E’ molto importante il comportamento che lo studente tiene l’ultimo anno di scuola quindi più che mai una sospensione di quella portata in quinta superiore danneggia molto e mette anche a rischio l’ammissione all’esame. Mi preoccupa perché l’esito dell’esame è il passaporto per il mondo del lavoro e l’università”.

Ecco ancora le parole dello stesso alunno: “Sto bene, anche se rimango dispiaciuto per il provvedimento che è stato preso nei miei confronti. Sto bene soprattutto perchè dopo la manifestazione di solidarietà che si è svolta oggi all’esterno della mia scuola, ho avuto la certezza che i miei compagni mi supportino e credano in me come portavoce. Pensano che io non abbia sbagliato, tanto che furono loro i primi a convincermi a parlare con la stampa durante la manifestazione di novembre. Provo soddisfazione da una parte, ma anche delusione”.

I docenti e i compagni stanno supportando lo studente

In occasione di quella iniziativa di protesta, non autorizzata dalla dirigente, il ragazzo aveva parlato di un clima di sfiducia della dirigenza nei confronti dei ragazzi. Lui, in ogni caso, non si pente di nessuna di quelle parole: “Ho riflettuto molto su quello che ho detto quel giorno, ne ho parlato con i miei genitori, con l’avvocato. Credo di aver riportato fatti realmente accaduti e penso di avere avuto ragione e di aver detto la verità. Quindi non c’è nulla che non ridirei”.

Oggi a Modena si festeggia il patrono san Geminiano quindi la scuola resta chiusa: “Poi continuerò ad andarci tutti i giorni fino a che sarà ratificata questa comunicazione. I miei professori capiscono la mia situazione e cercano di aiutarmi e supportarmi. I miei compagni mi stanno dimostrando anche una grande amicizia e affetto. Questa è una delle motivazioni che mi porta a battermi per la verità a testa alta”, conclude lo studente.

“Sono stato informato, mi hanno chiesto materiale che ho fornito, ci ha fatto molto piacere – ha sottolineato l’avvocato Stefano Cavazzuti, che assiste lo studente – L’interessamento del ministero può essere importante perché noi crediamo nella scuola, in quell’istituto in particolare dove Damiano ha passato una parte importante della sua vita”. 

La famiglia dello studente, come riporta Il Corriere della Sera, ha deciso di impugnare la sospensione, che non è stata ancora notificata al diretto interessato, anche se è già stata votata dal Consiglio d’istituto.

Presentata interrogazione a Valditara

Intanto, Alleanza verdi e sinistra ha presentato un’interrogazione al ministro Valditara per fare chiarezza sull’episodio. Ecco le parole di Elisabetta Piccolotti: “Siamo alle solite, ci si lamenta dei giovani che non partecipano alla vita pubblica e poi li si sanziona pesantemente quando lo fanno. La vicenda di uno studente di Modena, sospeso da scuola per aver rilasciato un’intervista in qualità di rappresentante degli studenti è molto grave”.

“Protestare in modo pacifico e spiegare alla stampa i motivi della protesta non può essere motivo di sospensione, altrimenti si chiama intimidazione. È per questo che non può e non deve essere sminuita la gravità della decisione del Consiglio di Istituto di sospendere il rappresentante degli studenti per dodici giorni. Consideriamo le rappresentanze studentesche e la loro libertà di azione come un elemento irrinunciabile nella vita democratica degli istituti, per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro Valditara perché si faccia chiarezza su questo episodio”, ha concluso.

La scuola si sta mobilitando

Nella mattina di lunedì 30 gennaio, gli studenti hanno organizzato un sit-in di solidarietà nei confronti del loro rappresentante contro la decisione del Consiglio d’Istituto. In una nota hanno dichiarato: “Ci sentiamo attaccati nella nostra libertà di espressione e parola”. Nel comunicato i ragazzi fanno riferimento anche ad ulteriori episodi che avrebbero coinvolto altri rappresentanti degli studenti, a loro volta “oggetto di provvedimenti disciplinari, anche se di minore entità, per essersi fatti portavoce della nostra opinione”. In quell’intervista il ragazzo legava le ragioni dello sciopero a “tanti problemi (…), noi chiediamo di essere trattati come studenti e che le nostre proposte vengano ascoltate”. Accennava al desiderio di fare gite all’estero, protestava per perquisizioni subite l’ultimo giorno di scuola e per minacce di denunce alla Digos in caso di sciopero.