La violenza dentro le scuole non è più una meteora: i casi eclatanti di docenti e presidi malmenati o ancora peggio, come accaduto a Varese dove un ragazzo ha accoltellato un’insegnante, si rincorrono alla media di uno a settimana. L’Ansa ha contato 27 aggressioni da settembre a oggi, quasi sempre con studenti e familiari nelle vesti dei facinorosi. Anzi, quelli che vedono responsabile un familiare, sono più che raddoppiati.
Complessivamente, i casi di violenza, purtroppo, risultano in sensibile: lo scorso anno sono stati in tutto 36; nell’anno in corso sono quasi 30, ma mancano diversi mesi alla fine.
Gli ultimi casi
Ripercorriamo quelli più recenti. Meno di una settimana fa a Taranto, all’istituto comprensivo Europa Alighieri, il preside Marco Cesario era finito al pronto soccorso dopo essere stato immobilizzato ad un polso, scaraventato per terra e colpito con calci e pugni dal padre di una bambina.
Il 2 febbraio è stata invece la volta del dirigente scolastico dell’istituto Bozzini-Fasani di Lucera, nel foggiano: la madre di un allievo lo ha aggredito non ritenendo sufficiente la sospensione di 5 giorni disposta dal consiglio di classe nei confronti di un ragazzo che aveva picchiato suo figlio e di un altro che aveva diffuso il video del gesto.
A metà gennaio il preside del Liceo scientifico Scoza di Cosenza, Aldo Trecroci, era stato aggredito dal padre di una studentessa che non concordava con la destinazione della figlia nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro e aveva colpito il dirigente scolastico con uno schiaffo, facendolo finire per terra.
I primi di novembre un professore di matematica di 56 anni era stato colpito con una testata al volto dal padre di uno dei suoi allievi all’istituto alberghiero di Arbus, nel sud della Sardegna: lo studente, ricevuto un rimprovero, aveva risposto al docente e poi era uscito dall’aula dove aveva chiamato il padre, subito intervenuto in difesa del figlio.
A fine novembre invece, un professore di sostegno dell’Istituto professionale Vallauri di Carpi, vicino Modena, era stato colpito al volto mentre cercava di sedare una rissa tra studenti avvenuta durante la ricreazione nel cortile della scuola.
Uno degli episodi più gravi è avvenuto però alla fine del passato anno scolastico, nel mese di maggio, ad Abiategrasso dove una docente di 51 anni è stata pugnalata al braccio da uno studente sedicenne all’istituto Alessandrini davanti ai compagni: l’aggressore è stato poi ricoverato in neuropsichiatria e a fine anno scolastico è stato bocciato.
Un altro grave episodio era avvenuto lo scorso anno scolastico all’Its Viola Marchesini di Rovigo: una professoressa Maria Cristina Finatti, era stata colpita alla testa da alcuni pallini di gomma sparati da due studenti, mentre un terzo aveva filmato l’atto. I giovani non hanno ripetuto l’anno, al contrario del loro collega lombardo, e all’esito dello scrutinio avevano addirittura preso un 9 in condotta, causando l’intervento del ministro Valditara e quindi l’abbassamento dei voti.
La “stretta” ministeriale
E contro chi aggredisce il personale scolastico va avanti la “stretta” del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: sta lavorando con il ministro della Giustizia Carlo Nordio ad una norma che contempli la presunzione di danno reputazionale da parte di chi aggredisce un dipendente scolastico, in modo da rendere automatico il risarcimento. Nel caso di minori dovranno essere i genitori a farsene carico.
Inoltre, è stata prevista la difesa da parte dell’Avvocatura dello Stato e quest’ultimo è pronto a costituirsi parte civile nel giudizio penale.
“Toccando anche nel portafoglio chi è responsabile dell’educazione dei propri figli, forse un’inversione di rotta si riuscirà ad ottenere”, sintetizza il ministro.
“Dobbiamo dare una risposta forte, lo Stato deve dimostrare di essere accanto al personale della scuola”, va ripetendo da tempo Valditara, che punta innanzitutto alla riforma del voto di condotta. Il disegno di legge – attualmente all’esame del Senato e che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno scolastico – prevede cambiamenti significativi nella valutazione del comportamento degli studenti: farà media e inciderà sull’esame di maturità, diventerà più influente e sarà considerato nell’arco dell’intero anno scolastico, anziché solamente per quadrimestre.
Comportamenti violenti o aggressivi nei confronti di docenti, studenti e personale scolastico peseranno molto di più: a fine anno scolastico, con il 5 lo studente sarà automaticamente bocciato, con il 6 rimandato e obbligato a seguire un corso di educazione civica.
Per chi viene sospeso, poi, non si chiuderanno più le porte della scuola: per sospensioni fino a due giorni, lo studente sarà coinvolto in attività di riflessione e approfondimento, culminanti nella produzione di un elaborato critico.
Per sospensioni più lunghe, quindi oltre i due giorni, verranno assegnate attività di cittadinanza solidale in luoghi indicati dalle scuole.
Il ministro pensa anche a un’azione incisiva sul fronte del supporto psicologico e psichico degli studenti: “dobbiamo affrontare le situazioni di disagio, dandovi attenzione particolare”.
Scuole occupate, chi rompe paga
Il 5 febbraio, intanto, lo stesso ministero dell’Istruzione, per mezzo del capo dipartimento, Carmela Palumbo, ha stabilito anche che laddove vi siano state occupazioni di istituti superiori, con danneggiamento di beni pubblici, la scuola debba procedere a denunce e all’applicazione di misure disciplinari come previsto dal regolamento di ciascun istituto.
“L’occupazione espone gli studenti a possibili reati, anche legati al danneggiamento di beni pubblici”, che le scuole “sono tenute a denunciare”, ha fatto sapere il Mim.
“Occorre valutare l’applicazione delle misure disciplinari previste dal Regolamento di ciascun istituto” ed è necessario “stimare la portata dei danni degli eventuali atti vandalici, considerando che troppo spesso se ne fa carico l’intera collettività e non gli autori. Dovranno essere poste a carico degli studenti responsabili le spese per le pulizie straordinarie e per il ripristino di arredi, pc e ogni altra attrezzatura di proprietà della scuola”.
Il ministero dell’Istruzione, assieme a diversi componenti della maggioranza, inoltre vuole che sia reintrodotto il voto numerico alla primaria e un emendamento in tal senso è già stato presentato.
Infine, entro pochi giorni, arriverà in Senato – è già stata approvata alla Camera – la proposta di legge della Lega che inasprisce le pene per chiunque usi violenza nei confronti di un professore: per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini “è sempre più urgente approvarla definitivamente”.
Secondo Flc Cgil e Uil, però, “la frequenza di questi episodi ci allarma e ci mette di fronte a un problema di profondo disagio giovanile, che non va combattuto con metodi repressivi, ma va affrontato mettendo in campo iniziative di ascolto e promuovendo un modello di scuola impegnata nel formare cittadini consapevoli”.