I suoi compagni lo hanno definito un “gioco”, ma si è trattato di un feroce attacco.
I bulli, secondo quanto scrive Il Messaggero, attendevano Sergei nel corridoio del Polytechnic College number 8 di Mosca, dove il ragazzo si era trasferito da poco. L’adolescente adorava la letteratura e le arti. Aveva una passione accesa per il palcoscenico e amava esibirsi durante le recite scolastiche. Mai un giorno impreparato e sempre attento. Insomma, quello che gli insegnati chiamano lo studente modello.
Quel giorno, come tanti altri in precedenza, Sergei era nel mirino dei suo compagni di classe: lo hanno aspettato nel corridoio, gli hanno legato mani e piedi e lo hanno trascinato in bagno dove lo hanno costretto a inzupparsi nel water.
Poi lo hanno trascinato come un trofeo in classe, dove un insegnante e un gruppo di compagni hanno assistito allo scherno e alla morte in diretta del giovane: prima un insulto, poi uno spintone e Sergei che perde l’equilibrio e sbatte la gola contro un banco. L’impatto è stato talmente violento che ha provocato la lacerazione dell’esofago: Sergei è morto soffocato tra il riso e l’indifferenza di chi avrebbe potuto fare qualcosa ed è rimasto solo a guardare.
Quando i bulli si sono accorti che il ragazzo quasi non respirava più, hanno chiamato l’ambulanza. Troppo tardi. Sergei era già morto all’arrivo dei soccorsi.
La scuola, intanto, ha negato di essere a conoscenza del problema bullismo nell’istituto e ha fatto sapere di aver espulso i ragazzi coinvolti nella morte di Sergei. «È solo uno scherzo finito male» si è difeso Dmitri, uno dei compagni coinvolti nell’attacco.