Spett. Redazione,
Insegnante di francese, esercito la mia professione da oltre trent’anni e nonostante i rapidi cambiamenti vissuti nell’ambito scolastico, non ho mai perso la passione per questo lavoro.
A proposito dello svolgimento dell’esame di stato, nei licei linguistici, vorrei fare alcune considerazioni del tutto personali.
In vista della seconda prova di francese, scelta quest’anno dal Ministero, mi auguro che non vi siano dei quesiti di comprensione a risposta multipla, a crocette o con tipologia vero/falso. Alunni che hanno studiato, soprattutto nel triennio, argomenti di letteratura e civiltà straniere, tesi di filosofia, dibattiti di storia o analisi di storia dell’arte si meritano molto di più di un esame a modalità quiz.
La riflessione e l’interpretazione personale dei testi dovrebbe essere stimolata da domande appropriate e formulate in modo da suscitare interesse e accettazione della sfida. Non si deve dimenticare che la tradizione degli intellettuali francesi si distingue innanzitutto per razionalità e spirito critico.
Giulia Deon