Nel corso della puntata di ieri, domenica 3 marzo, di “Che Tempo Che Fa“, in onda sul canale Nove, il conduttore Fabio Fazio ha nuovamente parlato di stipendi degli insegnanti, in linea con le sue parole di qualche giorno fa indirizzate direttamente al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Stipendi docenti, lo sfogo di Fazio
Parlando con il celebre virologo Roberto Burioni in merito alla carenza di medici e agli stipendi di quest’ultimi Fazio ha sbottato: “Possibile che tutto ciò che costruisce la persona, la scuola e gli insegnanti, così come i medici e gli infermieri, chi cura la mente e chi cura il corpo, che dovrebbero essere i mestieri più pagati del mondo in realtà sono quelli più bistrattati o comunque non adeguatamente remunerati?”, queste le sue parole, accompagnate da un forte applauso da parte del pubblico in studio.
Burioni ha sottolineato che si tratta delle “cose più importanti per il Paese”, mentre la giornalista Simona Ravizzi ha detto che “è facile parlare a slogan, dicendo ad esempio di abolire il numero chiuso”, ma che così non si risolvono annosi problemi a lungo termine.
Gravemente insufficiente, Fazio: “Quello è lo stipendio degli insegnanti”
Fazio, su Oggi, ha commentato la questione dell’introduzione del giudizio “gravemente insufficiente” voluta da Valditara scrivendo che ad essere “gravemente insufficiente”, a suo avviso, è lo stipendio dei docenti. Ecco l’intero estratto della sua riflessione:
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sta valutando di introdurre dal prossimo anno scolastico il giudizio “gravemente insufficiente” nelle scuole elementari. Ecco, signor Ministro, non lo faccia. Lasci stare. Introduca piuttosto insegnanti di sostegno, e in numero adeguato, nelle scuole di ogni ordine e grado. Che cosa potrebbe mai significare “gravemente insufficiente” per un bambino di sei anni, se non un trauma e una umiliazione? Trovo che l’idea di averci pensato sia drammatica. Perché mostra il dramma di chi evidentemente non si rende conto di che cosa sono oggi i giovani, da quale fragilità siano afflitti e di quanto sarebbe necessario invece costruire una scuola inclusiva che abbia il compito innanzitutto di rispettare i tempi di crescita di ciascun alunno e di aiutarlo a scoprire le proprie passioni. Questo è il punto: dalle elementari alle superiori, la scuola dovrebbe appassionare.
Alla conoscenza, allo studio, alla scoperta del mondo e soprattutto di se stessi. I ragazzi hanno più che mai bisogno di essere ascoltati, accompagnati nel loro percorso di crescita in un tempo per loro difficile come quello che stiamo vivendo, in cui la fiducia nel domani è svanita e dove i social stanno creando un mondo fittizio in cui si rifugiano e di cui sono sempre più dipendenti. L’idea che la scuola efficiente sia fatta di lezioni frontali, di valanghe di compiti per le vacanze, di verifiche e di stress, mi sembra anacronistica, una grande occasione sprecata. Gravemente insufficiente è lo stipendio degli insegnanti, gravemente insufficienti sono le risorse destinate all’Istruzione, gravemente insufficiente è l’investimento sul futuro. L’insegnante con la bacchetta in mano è un rimpianto assurdo.
È inammissibile, così come lo sono le manganellate ad adolescenti che manifestano pacificamente e finalmente per qualcosa in cui credono. La sua idea, Signor Ministro, è gravemente deludente. Cambi rotta e faccia in modo che la scuola sia un luogo protetto e protettivo in cui, dai sei anni sino alla maturità, ci si possa sentire non giudicati e in cui semmai si forniscano gli strumenti per imparare a giudicare. Anzi, per comprendere più che per giudicare. Quanto al merito, quello proviamo a costituircelo nella vita proprio con gli strumenti che la scuola ci avrà saputo dare. E non si tratta certamente di un voto sulla pagella ma della possibilità di ciascuno di farcela per quello che può e a seconda della situazione in cui si trova. Il merito è un concetto relativo, come del resto quasi tutto.
Valutazione primaria, la sfida di Novara e Corlazzoli a Valditara: “Si confronti con noi pubblicamente, anche in televisione”
Qualche giorno fa abbiamo parlato dell’appello contro la “riforma della valutazione” voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di, tra gli altri, Daniele Novara (pedagogista) e Alex Corlazzoli (maestro e giornalista) che parlano di un vero e proprio “colpo di mano” e chiedono che si apra un confronto serio e proficuo sulla questione.