Le famiglie degli alunni confidano molto nella mensa scolastica: per l’86% dei genitori svolge una funzione sociale, educativa e di socializzazione fondamentale abbattendo anche i divari economico-sociali sull’alimentazione e consentendo a mamma e papà di conciliare le lezioni con gli orari di lavoro. L’alta percentuale di consenso per la mensa a scuola, con 9 intervistati su 10 che confermano la funzione educativa del consumare assieme un pasto a scuola, è stata resa pubblica pochi giorni dall’Osservatorio sul valore sociale delle mense scolastiche e del tempo pieno. Solo che a tante aspettative non corrisponde sempre un’alta qualità dei pasti.
A Milano, i primi di marzo la società che gestisce le mense scolastiche, Milano Ristorazione, è entrata nel mirino dei genitori e non solo, a seguito di due spiacevoli episodi: prima è stata costretta al ritiro del pane da tutte le mense scolastiche a causa del ritrovamento di due frammenti di plastica all’interno delle michette; pochi giorni dopo un insegnante che stava mangiando con la propria classe ha trovato un insetto in un piatto di zuppa.
L’episodio, riportato da alcuni quotidiani meneghini è accaduto mercoledì quando un’insegnante della primaria Clementina Perone dell’istituto comprensivo di via Palmieri stava mangiando con gli alunni.
A denunciare l’episodio sono stati i genitori dell’istituto, venuti a conoscenza dell’accaduto per caso, durante un incontro con gli insegnanti.
“In seguito alle analisi effettuate sul campione consegnato” Milano Ristorazione ha fatto sapere che si tratta di “un frammento di insetto appartenente all’ordine dei coleotteri. È quindi presumibile che provenga da uno degli ingredienti vegetali alla base della pietanza, che derivano da produzione integrata”.
“Ai due episodi che hanno portato a sostituire il pane con i grissini ora si aggiunge questo. Siamo preoccupati – affermano madri e padri -. Da genitori tendiamo a non dare un peso eccessivo ai racconti dei bambini che si lamentano per la qualità del cibo, perché sappiamo che possono dipendere dai loro gusti o da capricci, a questo punto però viene da pensare che le critiche possano essere corrette”.
Le famiglie non transigono: “Chiunque – dicono – se trovasse un insetto nel piatto di un ristorante non tornerebbe più in quel locale. I bambini, invece, non hanno scelta: a scuola possono mangiare solo in mensa. Serve maggiore attenzione”.
“Mi sento di dire che prima di tutto mi devo scusare perché non è accettabile per una città come la nostra una situazione del genere – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala a margine della premiazione dei Comuni Plastic Free – . Ci sta lavorando la vice sindaca Anna Scavuzzo a cui ho chiesto di capire bene come migliorare la situazione. In primis mi scuso e poi é chiaro che dobbiamo migliorare, per quelli che possono essere anche i cittadini più importanti, cioè i nostri bambini”. “Bisogna dare loro un servizio che sia all’altezza”, ha concluso il sindaco.
Non è la prima volta che si riscontrano problemi di questi genere: esattamente un anno fa in un istituto comprensivo di Milano fu trovato un bullone nel panino al al prosciutto e al formaggio servito a mensa ad un alunno: del caso si parlò molto, anche perché Milano Ristorazione (sempre lei) se la cavò con una semplice multa di 750 euro, la sanzione massima previsto dal contratto.
La realtà, quindi, è molto lontana dagli auspici. Solo pochi giorni fa, la conferenza delle Regioni ha dato un’intesa nella Conferenza Unificata di oggi sullo schema di decreto del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e foreste, di concerto con il ministro dell’Istruzione e del merito e con il ministro della Salute, che modifica il decreto interministeriale del dicembre 2017 recante “Criteri e requisiti delle mense scolastiche biologiche”.
Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti tecnici dei ministeri interessati e di Anci: il provvedimento recepisce le raccomandazioni formulate dalla Corte dei Conti a seguito dell’indagine ‘Il sostegno ai beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica’ e adegua la normativa ai nuovi ‘Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari.
All’interno del provvedimento sono state inserite anche alcune modifiche al fine di perfezionare la procedura in alcuni aspetti risultati critici nel corso dei primi anni di gestione del fondo mense scolastiche biologiche.
Anche la politica si sta interessando alla qualità e ai tipi di alimenti serviti nelle mense. “Con l’ok alla risoluzione della Lega – ha detto Rossano Sasso, il leghista primo firmatario della risoluzione e capogruppo della Lega in Commissione Cultura della Camera – si impegna il governo a sensibilizzare sul cibo a filiera corta nelle mense scolastiche e avviare un tavolo di confronto sul ‘novel food’ nelle mense. Non potevamo rimanere impassibili contro chi vorrebbe far mangiare ai nostri bambini larve, farina di insetti o altre porcherie simili, con buona pace di Pd e M5s che invece vorrebbero introdurle a mensa”.
“La scuola – continua Sasso – educa anche all’alimentazione e non è ammissibile che nella patria della sana dieta mediterranea venga servito ai propri bambini cibo, tra l’altro, di dubbia provenienza perché spesso prodotto in luoghi in cui non ci si sono le nostre stesse leggi a tutela della salute”.