Sulla decisione del Governo di inserire i risultati delle prove Invalsi nel curriculum dello studente interviene anche la Cgil con un articolo pubblicato nella testata on line “Collettiva”.
Nell’articolo si mette in evidenza quanto già sottolineato nei giorni scorsi dalla segretaria nazionale della Flc, Graziamaria Pistorino, secondo cui i test Invalsi sono pensati per una valutazione di sistema della scuola e non dovrebbero influenzare la valutazione individuale degli studenti.
Tuttavia – osserva Collettiva – l’inclusione dei risultati nei curriculum potrebbe influenzare la prova orale degli esami di Stato, con possibili conseguenze discriminatorie.
La Flc Cgil ha presentato anche un’istanza al Garante per la protezione dei dati personali riguardo all’introduzione di un indice di “fragilità” nei risultati dei test, che potrebbe portare a una schedatura individuale degli studenti, considerata discriminatoria.
Pistorino della Flc ribadisce poi che la valutazione dovrebbe essere formativa e contesta il ritorno a modalità di valutazione ingessate e standardizzate, sostenendo che ciò toglie valore alla valutazione individuale da parte delle scuole e dei docenti.
Anche per Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, “è errato pensare che il nostro sistema d’istruzione possa essere calcolato solo sulla base di prove performative, per di più relegate solo a poche materie, che non tengono in considerazione le inclinazioni e le diverse intelligenze degli studenti”.
Intanto l’appello promosso dal CRESPI (Centro Interuniversitario di Ricerca Educativa sulla Professionalità dell’Insegnante) e dal CVE (Coordinamento per la Valutazione Educativa) continua a raccogliere firme: nella serata del 13 marzo è arrivato a poco meno di 4.500 adesione.