C’è soddisfazione ai vertici del ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre che dell’Aran, per il via libera di ieri al contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area dirigenziale Istruzione e Ricerca relativo al triennio 2019/2021: l’accordo tra l’Aran e tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali rappresentative – riguardante circa 6.500 unità di personale tra dirigenti della Scuola, dell’Università, dell’Afam, della Ricerca – viene considerato dal ministro Giuseppe Valditara “un ulteriore segnale di attenzione nei confronti dei dirigenti scolastici, che con il loro impegno quotidiano rappresentano un pilastro fondamentale del mondo della scuola”.
L’ipotesi di contratto prevede aumenti mensili diversificati: dal 1° gennaio 2019 di 84 euro rideterminato dal 1° gennaio 2020 in 130 euro, rideterminato dal 1° gennaio 2021 in 135 euro. Il nuovo valore a regime annuo lordo per 13 mensilità dello stipendio tabellare è rideterminato, pertanto, da 45.260,73 euro in 47.015,73 euro.
Il valore della retribuzione di posizione parte fissa, con relativi oneri a carico del Fondo unico nazionale, è incrementato a decorrere dal primo gennaio 2021 di 60,00 euro mensili lordi per 13 mensilità e, dunque, è rideterminato in euro 13.345,11.
Secondo Valditara, la valorizzazione dei presidi “passa dal miglioramento delle condizioni lavorative e anche dall’aspetto economico, elementi che abbiamo tenuto fortemente in considerazione all’interno di questo accordo”.
Per il titolare del Mim, il percorso di valorizzazione della figura dei ds era stato avviato “dal ministero dell’Istruzione e del Merito in occasione della sottoscrizione del Ccni per l’individuazione delle fasce di complessità, dei criteri di riparto e d’impiego della risorsa costituente il Fondo unico nazionale, tra quota destinata alla retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato, per l’anno 2023/2024″.
Ora, il nuovo contratto potrà consentire di riconoscere aumenti medi del 3,78%, parte dei quali sono stati destinati alla retribuzione di risultato. Il ministero potrà, inoltre, riconoscere ulteriori incrementi per i dirigenti scolastici utilizzando specifiche ed ulteriori risorse destinate dalla legislazione vigente.
“L’ipotesi di contratto sottoscritta – spiega ancora il Ministro – è intervenuta su diversi istituti contrattuali nel senso auspicato dalla categoria, in particolare, rivedendo la materia della mobilità interregionale portando la percentuale dei posti disponibili annualmente per tale finalità dal 30% al 60%, fatta salva la capacità assunzionale e, dunque, i contingenti dei posti regionali messi a concorso. È stata introdotta anche la figura del mentor, un dirigente o professionista esperto che potrà supportare ed affiancare i dirigenti scolastici neoassunti nella fase iniziale del servizio”.
Anche il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo non ha nascosto la soddisfazione per la raggiunta intesa sul Ccnl dei dirigenti scolastici, perché reputato “in linea con gli altri varati nei mesi scorsi: contiene numerose innovazioni varate in accordo con le richieste della categoria e riconosce aumenti medi del 3,78%, pari a 240 euro, di cui 195 sulla retribuzione fissa”.
Naddeo ha voluto anche “evidenziare che su questo contratto c’è la firma di tutte le organizzazioni sindacali, a differenza di quanto accaduto per il rinnovo del contratto del comparto, con la mancata sottoscrizione da parte della Uil Rua. Siamo pronti – conclude Naddeo – ad aprire la settimana prossima, il 20 marzo, la nuova tornata contrattuale 2022/2024, partendo dal comparto Sanità, che riguarda oltre mezzo milione di lavoratori del Servizio sanitario nazionale”.
Subito dopo potrebbe toccare all’Istruzione, Università e Ricerca? Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione e del Merito aveva annunciato, durante la presentazione a Roma del suo libro ‘La scuola dei talenti’, incrementi in busta paga per docenti e Ata di circa 160 euro, grazie al prossimo rinnovo 2022/24 da chiudere entro fine anno solare, che aggiunti al precedente contratto farebbero arrivare l’aumento stipendiale a circa 300 euro in più in un solo anno e mezzo.