La riforma della scuola si farà in tempi stretti e partirà subito dopo l’estate, con l’avvio del prossimo anno scolastico. A dirlo, senza giri di parole, è stato il premier Matteo Renzi, la mattina del 2 febbraio, tornando a Palazzo Chigi dopo una passeggiata alla Galleria Colonna.
“Sulla riforma della scuola ci siamo, è una priorità anche perché ci sono dei tempi tecnici e deve entrare in vigore il 1° settembre” 2015.
I tempi dovrebbero essere questi: domenica 22 febbraio in occasione del primo compleanno del Governo, verranno presentate le rinnovate linee guida di riforma: il luogo è già stato fissato, il Tempio di Adriano, e anche il titolo dell’evento, che sarà “La scuola che cambia, cambia l’Italia”. Mancano però i dettagli e il programma della giornata.
Quel giorno il Pd organizzerà una manifestazione nazionale sulla Buona Scuola nella quale, ha spiegato nei giorni scorsi lo stesso Renzi, saranno contenuti i nuovi atti normativi sugli insegnanti, sul merito, ma anche su precariato e supplenze, sulla formazione tecnica e professionale, sull’alternanza scuola lavoro, sull’educazione motoria, sull’arte, l’educazione civica, l’inglese, sulla valutazione degli insegnanti e delle scuole e sul merito. Subito dopo, l’ultima settimana di febbraio, il documento contenente le linee guida di riforma, verrà portato in Consiglio dei Ministri per essere approvato nella stessa seduta.
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Su alcuni punti, come la quasi sparizione degli scatti di anzianità, si prevede lotta dura con i sindacati. Poche ora fa l’Anief ha parlato di febbraio come “mese cruciale per il futuro della scuola italiana”. Ed ha messo “subito le mani avanti” per “indica al Governo che su alcuni punti personale e sindacato non transigono”.
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