“La logica securitaria e punitiva del Governo si è tradotta ieri nell’approvazione del ddl Valditara sul voto in condotta, comprensivo dell’emendamento che prevede il ritorno al giudizio sintetico nella scuola primaria, smantellando la valutazione formativa introdotta poco più di tre anni fa”: lo dichiara in queste ore la Flc-Cgil
Il sindacato di Gianna Fracassi aggiunge: “Si tratta di provvedimenti che confermano l’ideologia di fondo di questa legislatura che, in nome di un presunto merito, seleziona, stigmatizza le differenze, respinge i più svantaggiati e disconosce il valore della conoscenza e della relazione educativa come strumenti di emancipazione e trasformazione per la costruzione del bene comune e di un modello sociale alternativo”.
La presa di posizione è in perfetta sintonia con le parole pronunciate dalle opposizioni sia in Parlamento durante il dibattito sul disegno di legge sia successivamente nei comunicati che diramati dopo il voto in aula.
Per la verità le proteste delle opposizioni (e del PD in modo particolare) sono parzialmente comprensibili e non solo per i motivi che abbiamo già evidenziato (la maggioranza che sta governando ha anche il dovere di rispondere alle richieste del proprio elettorato) ma anche perché dal 2013 e fino al 2020 dai Ministri che si sono avvicendati a Viale Trastevere per cancellare la norma voluta nel 2008 dalla ministra Gelmini che aveva introdotto il voto numerico nella scuola primaria.
Nulla aveva fatto Maria Chiara Carrozza e nulla avevano fatto Stefania Giannini e Francesco Profumo.
Impossibile aspettarsi qualcosa da Marco Bussetti (Lega) e da Fioramonti che rimase al Ministero per troppo poco tempo.
E così si arrivò al 2020 e al Ministero Azzolina durante il quale venne introdotta la valutazione descrittiva che sostituiva i voti numerici.
Resta il fatto che dal 2013 al 2018 il PD si disinteressò della questione anche perché, per la verità, il ripristino del voto numerico voluto da Maria Stella Gelmini non aveva sollevato particolari proteste nel mondo della scuola.
Ed è di poche ore fa un comunicato delle associazioni professionali che dicono “non ci fermeremo”.
Scrivono Aimc, Cemea, Cidi, MCE, Proteo e Legambiente (insieme con Andis, Flc-Cgil e il Coordinamento Genitori democratici): “Con un’ennesima decisione dall’alto e senza ascoltare il mondo della scuola, delle associazioni professionali e dei genitori fortemente contrario, si è voluto azzerare un processo di cambiamento avviato solo tre anni fa. Un atto pedagogicamente ingiustificato che rischia di far regredire la scuola. Compito della scuola non è etichettare e classificare i soggetti con i giudizi sintetici, ma emanciparli attraverso una valutazione attenta ai processi di apprendimento, che sappia descriverli e raccontarli, per regolarli e migliorarli”.