Sono passati 34 anni anni da quel famoso 17 maggio 1990 che cambiò la storia dei diritti umani.
E proprio oggi, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia sono intervenuti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“L’omotransfobia è inaccettabile. Non ci si può rassegnare alla brutalità”. Così il presidente Mattarella, invitando le istituzioni a impegnarsi “per una società inclusiva e rispettosa delle identità”.
“Il governo è in prima linea contro l’omotransfobia”, ha detto la premier Giorgia Meloni. “È nostro compito tenere alta l’attenzione della comunità internazionale sulle persecuzioni e sugli abusi che in molte nazioni del mondo, come ricordato anche oggi dal Presidente della Repubblica, vengono ancora perpetrati in base all’orientamento sessuale”
Un passo storico verso l’uguaglianza
Il 17 maggio rappresenta una data cruciale nella storia dei diritti umani: è la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia (IDAHOBIT). Questo giorno commemora un momento significativo del 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) decise di rimuovere l’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie mentali. Questa decisione non solo segnò un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+, ma rappresentò anche un potente messaggio contro la stigmatizzazione e la discriminazione.
Contesto storico e sociale
Negli anni precedenti al 1990, l’omosessualità era spesso vista attraverso una lente patologica. L’inclusione dell’omosessualità nella lista delle malattie mentali rifletteva un periodo in cui le società di tutto il mondo avevano atteggiamenti prevalentemente negativi e stigmatizzanti nei confronti delle persone LGBTQIA+. Questi atteggiamenti si traducevano in discriminazione sistematica, persecuzione legale e sociale, e spesso in violenze fisiche e psicologiche.
La decisione dell’OMS di depatologizzare l’omosessualità fu il risultato di decenni di attivismo e ricerca scientifica. Numerosi studi dimostrarono che l’orientamento sessuale non è una malattia, ma una variante naturale della sessualità umana. Gli attivisti per i diritti LGBTQIA+ e i professionisti della salute mentale giocarono un ruolo cruciale nel promuovere una maggiore comprensione e accettazione.
La creazione della giornata
L’idea di celebrare una giornata internazionale dedicata alla lotta contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia nacque nel 2004 da un gruppo di attivisti guidato da Louis-Georges Tin, un accademico e autore francese. Il 17 maggio fu scelto come data simbolica proprio per commemorare la storica decisione dell’OMS. La prima celebrazione ufficiale della giornata avvenne nel 2005 e, da allora, ha guadagnato sempre più riconoscimento e partecipazione a livello globale.
La Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia è diventata un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide che le persone LGBTQIA+ affrontano quotidianamente. È anche un’opportunità per celebrare i progressi fatti in termini di diritti e uguaglianza, nonché per riflettere sul lavoro che resta da fare.
Bifobia e transfobia, di cosa si tratta
La bifobia e la transfobia sono forme di discriminazione e pregiudizio rivolte rispettivamente verso le persone bisessuali e transgender. La bifobia si manifesta attraverso stereotipi negativi, come l’idea che la bisessualità sia solo una fase o una confusione, e può portare all’esclusione e alla marginalizzazione sia nella comunità eterosessuale che in quella LGBTQ+. La transfobia, invece, si esprime tramite atteggiamenti e comportamenti ostili nei confronti delle persone transgender, negando loro il diritto di esprimere la propria identità di genere. Entrambe queste forme di discriminazione possono avere gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica delle persone colpite, contribuendo a un ambiente di intolleranza e violenza.
Ecco perché l’istituzione di queste giornate permette approcci di conoscenza attraverso dialoghi e opportunità di confronto per promuovere l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, creando una società inclusiva e rispettosa delle diversità.