Home Attualità Intelligenza artificiale, 55 istituti creano linee guida per usarla a scuola: perché...

Intelligenza artificiale, 55 istituti creano linee guida per usarla a scuola: perché è il miglior documento disponibile sul tema?

CONDIVIDI

Presentato ieri 20 maggio a Udine il documento “Costruire il futuro. Linee guida sull’utilizzo dell’I.A. in ambito scolastico“. L’ebook, disponibile on line, raccoglie i frutti di un anno di lavoro della rete di 55 scuole del Friuli Venezia Giulia sul tema dell’intelligenza artificiale a scuola.

Come ci spiega Piervincenzo Di Terlizzi, dirigente dell’Isis ‘Lino Zanussi” di Pordenone, e il coordinatore del gruppo di lavoro su etica e intelligenza artificiale, “il lavoro, organizzato e coordinato con attenzione e grande competenza, cura da Luca Gervasutti , dirigente scolastico della scuola capofila, che è il liceo Stellini di Udine, si svolto all’interno di una cornice di elementi condivisi, che sono emersi durante i primi incontri del percorso formativo, e si è poi articolato tramite incontri in presenza, on-line, condivisione di documenti da parte dei vari gruppi, ciascuno coordinato da una figura di riferimento”.

Le linee guida messe a punto dai diversi gruppi di lavoro costituiscono, a mio parere, il miglior documento oggi disponibile in ambito educativo su questo tema.

E ciò per almeno cinque motivi:

  1. le linee guida sono frutto del lavoro riflessivo e condiviso di docenti e dirigenti che conoscono dall’interno la scuola e le problematiche organizzative, didattiche, educative
  2. il lavoro ha preso avvio da un percorso formativo di alto livello che ha coinvolto alcuni dei più importanti e competenti esperti italiani in questo campo (Pier Cesare Rivoltella, Paolo Coppola, Nello Cristianini, Davide Dattoli, Paolo Maria Ferri, Gabriele Franco,  Gabriele Giacomini, Luca Grion, Lorenzo Redaelli, Roberto Sconocchini) senza tuttavia fermarsi alla condivisione delle loro relazioni ma mettendole a frutto all’interno di quadro di riflessione proposta centrato su
  3. la rielaborazione ha portato ad identificare sei nuove frontiere (IA e comunicazione; IA e valutazione; IA e personalizzazione; IA e skills; IA e privacy; IA e etica) per ognuna delle quali un gruppo di lavoro ha prodotto una riflessione estremamente precisa, aggiornata, capace di parlare al mondo della scuola
  4. la rielaborazione ha portato anche a definire modelli operativi per educare all’IA e con l’IA. Presentandoli il documento scrive: “Gli insegnanti e i dirigenti scolastici svolgono un ruolo strategico per promuovere un utilizzo proficuo e consapevole degli strumenti di IA ai fini dell’apprendimento. È perciò importante che essi comprendano le opportunità e le sfide connesse all’impiego dei sistemi di IA, nonché le possibili modalità per potenziare le pratiche di insegnamento, apprendimento e valutazione, ma anche per favorire lo sviluppo di nuove competenze digitali che già nel breve periodo risulteranno essenziali per i nostri studenti. Nelle pagine che seguono, partendo dalle raccomandazioni e dalle proposte contenute dai documenti ufficiali che ad oggi costituiscono i principali riferimenti in ambito internazionale per un utilizzo sostenibile dell’IA in ambito educativo, vengono proposte dodici competenze, per ognuna delle quali sono definiti gli indicatori in termini di Conoscenze, Abilità e Attitudini e le proposte operative, declinate in termini di Attività, Obiettivi e Focus e suddivise a seconda degli ordini e dei gradi di scuola a cui sono rivolte.
  5. Il percorso è un classico (e piuttosto raro, purtroppo) esempio di pieno e consapevole utilizzo della logica dell’autonomia scolastica (DPR 275/99) e della sua potenzialità quando le scuole la prendono in mano per creare riflessione su di se’, sul proprio compito educativo e sul proprio ruolo dentro la società.

Insomma, un lavoro eccezionale per ricchezza e profondità.

Per una didattica conversazionale: un percorso di prompt engineering docente

Le linee guida presentano anche un capitolo interessantissimo dedicato alla didattica conversazionale che evidenzia l’importanza di imparare a scuola l’ars interrogandi in contesto digitale. Una questione che si radica profondamente nella comprensione dei mutamenti culturali e tecnologici che stiamo vivendo, un’epoca in cui le modalità di comunicazione e interazione con le informazioni si stanno evolvendo a un ritmo senza precedenti. Il prompting, in questo contesto – scrive la guida – può essere visto come una chiave di lettura moderna per accedere a una pluralità di contenuti e per sviluppare una capacità critica e riflessiva nell’uso degli strumenti di IA.

In appendice viene presentata una analisi dell’AI Act dell’Unione Europea le le sue ricadute in ambito scolastico e una bozza di emendamento sull’Intelligenza artificiale all’interno del regolamento d’istituto.

Perché uno sguardo etico?

Rimandando ad una necessaria lettura individuale del documento credo opportuno evidenziare alcuni passaggi ed ad questo fine ho posto a Di Terlizzi la domanda sulle ragioni di una riflessione specifica sull’etica all’interno di linee guida sull’intelligenza artificiale destinata alle scuole e prodotte dalle scuole?

Così ha risposto Di Terlizzi “La riflessione etica su questo argomento ha prodotto, negli ultimi anni, diverse pubblicazioni, segno dell’importanza dell’argomento anche all’interno di una riflessione su ciò che classicamente definiamo “bene”. In questo senso, il contributo specifico presente nelle linee guida ha l’intenzione di essere un ausilio per chi lavora nella scuola nei diversi livelli d’età, per porre buone domande rispetto a questo argomento. Questo fa, in fondo, la scuola: vede il reale, non si ferma alla manifestazione del reale e formula domande

Tra le domande urgenti emerse nel corso del lavoro Di Terlizzi ha individuato “quella che riguarda la definizione dei rapporti tra umano e postumano, tema di derivazione anglosassone che, tramite l’intelligenza artificiale, sollecita la nostra riflessione

Intelligenza artificiale e valutazione

La valutazione è uno dei temi più discussi in questi mesi e così abbiamo chiesto a Vincenzo Caico, dirigente dell’ SIS Michelangelo Buonarroti di Monfalcone e coordinatore del gruppo si lavoro su IA e valutazione di spiegarci il senso complessivo del lavoro del suo gruppo.

Il gruppo sulla valutazione – spiega Caico – ha prodotto un documento che affronta analiticamente i seguenti snodi: tutoring, inclusione, gamification, sviluppo prossimale e motivazione, monitoraggio, interazione e feedback, metacognizione e autovalutazione, imperfezione geniale. Alla radice la necessita di comprendere come reagire alla sfida sul piano educativo e della valutazione posta da questi strumenti che “consentono di superare la cosiddetta valutazione sommativa che tipicamente arriva alla fine del percorso  e passare a una valutazione formativa, continua, in itinere, che dia ai docenti feedback ricorsivi con cui comprendere meglio le lacune degli studenti e mettere in campo tempestivamente delle attività di supporto”?

Una possibile strategia – chiude Caico – consiste nell’individuare e valorizzare quelle caratteristiche che sono e resteranno esclusivamente umane. “In particolare, l’essere umano ha, in virtù della sua dimensione esistenziale, un contatto diretto con la vita che l’IA – almeno finché non avrà un corpo destinato a vivere, godere, soffrire, sognare, morire – non ha. Forse la scuola di domani premierà di più i Pinocchio e i Gianburrasca. L’adesione alla regola, obiettivo di una umanità disordinata, potrebbe non essere più così apprezzabile. Se la macchina è perfetta, l’essere umano dovrà trovare nell’imperfezione geniale la sua ragion d’essere”.

Ma come comportarsi, oggi, con la gran parte degli studenti che utilizza già l’intelligenza artificiale nello studio e nello svolgimento dei compiti assegnati dagli insegnanti? Risponde Caico:

“Le principali implicazioni dell’avvento dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale generativa in ambito didattico sono di due tipi. Il primo è il loro utilizzo come strumento di valutazione automatizzata degli apprendimenti da parte dei docenti e come strumento di tutoring e autovalutazione del proprio apprendimento da parte degli stessi studenti, aspetti di per sé molto interessanti, ma l’intervento più rilevante è però quello che riguarda il dialogo educativo tra chi insegna e chi impara. Se si tratta di un dialogo educativo di per sé povero, improntato sulla trasmissione di conoscenze da parte dell’insegnante e sulla semplice verifica della loro acquisizione, l’intelligenza artificiale è destinata a sparigliare tutto e, in particolare, gli insegnanti si troveranno in enorme difficoltà perché sarà molto difficile distinguere tra ciò che è produzione originale degli studenti e ciò che è invece un prodotto dell’intelligenza artificiale. Se invece la relazione tra docente e studenti si basa sulla co-costruzione del sapere, sulla condivisione degli obiettivi e della responsabilità dell’apprendimento, e, soprattutto, sulla fiducia, l’intelligenza artificiale è destinata a offrire modalità di apprendimento e valutazione dei progressi estremamente interessanti e stimolanti”.

Cosa ci si attende ora?

Ci si attende – dice Di Terlizzi – che le scuole attingano a queste linee guida per i loro percorsi concreti, sia negli spunti di riflessione sintetizzati dai gruppi di lavoro, che nei riferimenti operativi sviluppati nella seconda parte delle linee guida.

Buon lavoro a tutti, allora. E grazie alla rete delle scuole del Friuli Venezia Giulia per il sentiero tracciato.