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8 marzo, per le donne insegnanti c’è poco da festeggiare

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L’8 marzo 2015, per le donne insegnanti ci sarà poco da festeggiare: andranno presto in pensione a 67 anni e con la Buona Scuola verranno assunte anche fuori regione. A sostenerlo è l’Anief, spiegando che le donne nella scuola sono molto presenti: “in Italia, solo quelle di ruolo sono più di mezzo milione, quasi l’82%, una delle percentuali più alte al mondo. Nel 2018 potranno lasciare il lavoro come gli uomini, con la Buona Scuola saranno decine di migliaia costrette ad essere assunte lontane dalla loro regione e in larga parte a rimanervi per tre anni.

Secono il presidente del sindacato autonomo, Marcello Pacifico,  “è scientificamente provato che svolgono il mestiere che impegna di più in relazioni umane e nello sviluppo della persona. Ma paradossalmente è anche quello che è stato più sacrificato sull’altare dei tagli nella pubblica amministrazione. E poco conta che a pagare il prezzo di questo errore sono anche gli alunni, che si ritrovano una fetta sempre più grande di docenti demotivati e stanchi”.

 

In Italia, la correlazione tra stress da insegnamento e patologie è stata confermata dallo studio decennale ‘Getsemani’ Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti, da cui è emerso che la categoria degli insegnanti è quella che di più conduce verso patologie psichiatriche e inabilità al lavoro: dallo studio è emerso che ad essere stressati per il lavoro logorante sono, a vario titolo, il 73 per cento dei docenti. 

 

 

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