L ‘aumento della presenza di alunni di nazionalità non italiana nelle scuole del nostro paese è – secondo il pedagogista Daniele Novara del Centro Psicopedagogico di Piacenza -una notizia positiva, capace di contrastare il calo demografico che, purtroppo, affligge l’Italia. Questo fenomeno pone però una sfida significativa: come aiutare questi alunni, spesso in difficoltà con la lingua italiana, a integrarsi pienamente e a diventare cittadini attivi?
L’Importanza della compresenza in classe
La ricerca scientifica offre risposte chiare: il metodo pedagogico più efficace per l’apprendimento linguistico – sostiene ancora Novara – è la compresenza in classe con i compagni. La sincronia neuro-cerebrale favorisce un apprendimento rapido nei bambini, soprattutto nei primi anni, senza bisogno di interventi specifici e senza creare momenti di esclusione. Questi momenti potrebbero avere ripercussioni negative sullo stato emotivo di bambini già vulnerabili per il timore di essere emarginati.
Strategie pedagogiche inclusive
Ecco perchè, prosegue Novara, è essenziale che gli alunni di origine straniera rimangano in classe. La scuola deve essere attrezzata con una formazione pedagogica adeguata per i docenti, permettendo loro di utilizzare tecniche come la didattica sociale, il lavoro di gruppo, il mutuo insegnamento e la continua reciprocità. I compagni di classe sono una risorsa preziosa per l’apprendimento linguistico degli alunni stranieri. Affidare questo compito a insegnanti specializzati solo per loro può indurre gli alunni a sentirsi diversi.
L’errore dell’isolamento
È un errore pensare che l’isolamento con insegnanti specializzati sia la soluzione migliore. L’apprendimento linguistico è un processo di imitazione. Sappiamo tutti che il modo migliore per imparare una lingua è viverla nel contesto sociale e culturale del paese in cui è parlata.
Un appello al Ministero dell’Istruzione
È necessario un ripensamento da parte del Ministero dell’Istruzione – conclude il pedagogista.
La pedagogia – dice – è una scienza operativa che deve basarsi sulle scoperte scientifiche, piuttosto che su decisioni ideologiche. I bambini stranieri sono una risorsa importante e la nostra scuola deve essere preparata a questa sfida. Dobbiamo adottare le strategie giuste per offrire uno spazio di apprendimento efficace, valorizzando le potenzialità di ogni alunno.
L’inclusione degli alunni stranieri nelle scuole italiane – conclude Novara – non solo aiuta a contrastare il calo demografico, ma rappresenta anche un’opportunità per arricchire il tessuto sociale del nostro paese. La scuola deve essere pronta a cogliere questa sfida con approcci pedagogici inclusivi e adeguati.