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Brutti voti, in quali casi sono indice di disagio? Ecco come insegnare a gestire il fallimento

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I brutti voti spesso segnalano un disagio. I docenti dovrebbero indagare le cause, offrire sostegno emotivo e didattico, e collaborare con genitori e specialisti. Un approccio empatico e personalizzato può fare la differenza. VAI AL CORSO

Queste nuove generazioni io non le capisco. Noi non eravamo così!”. “Gli studenti di oggi sono estremamente fragili sul piano emotivo e poi non hanno regole”. “Cellulari e social media hanno modificato il loro cervello. Il danno ormai è fatto!”.

Tanti insegnanti (e genitori) sono disorientati di fronte a quella sorta di insondabile mistero che sono le nuove generazioni oggi: un dedalo di vissuti, emozioni, sensibilità, contraddizioni, insicurezze, che causa certamente significativi disagi nella vita dei minori, ma che rendono peraltro più alta la probabilità dell’errore educativo (anche grave e in totale buona fede) da parte degli adulti.

Per questo motivo bisogna acquisire una maggiore consapevolezza di alcune nuove criticità psicologiche e sociali che caratterizzano la vita degli allievi, per poter intervenire con strategie educative e relazionali più mirate ed efficaci e aiutarli così maggiormente nel loro complesso e difficile percorso di crescita.

Punti tematici

  • Le nuove criticità che caratterizzano gli studenti: i casi sempre più frequenti di ansia, frustrazione, bassa autostima, ritiro sociale, atti autolesionistici, desensibilizzazione e apatia; il disagio di fronte ai cambiamenti corporei
  • La complessa fase della costruzione identitaria
  • Cosa è cambiato con l’ingresso degli smartphone e dei social media nella vita dei ragazzi
  • Il difficile rapporto tra funzione affettiva e funzione normativa dell’educazione; i famosi “no che aiutano a crescere”
  • L’ascolto attivo nella relazione con i minori
  • Pressioni ingestibili dei genitori sui figli, per la loro performance, per il loro “successo”
  • La gestione del fallimento
  • La cultura del noi, cooperativa e non centrata sulla competizione
  • Insegnare agli studenti a riconoscere, comprendere ed esprimere meglio le proprie emozioni
  • Educare all’empatia e alla presa in carico dei bisogni degli altri
  • Nuovi e “insospettabili” punti di forza delle nuove generazioni

Il corso

Su questi argomenti il corso Leggere il disagio nascosto dei nostri giovaniin programma dal 5 giugno, a cura di Giovanni Morello.

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